Age verification: tutte le strade portano a Yoti

Ne parlò tempo fa Guido Scorza (del collegio del Garante Privacy) ed è già utilizzata da alcuni portali di contenuti per adulti

06/09/2023 di Enzo Boldi

Il tema delle verifica dell’età per accedere alle piattaforme di contenuti riservati agli adulti non è nuovo. Se ne parla da anni, con proposte politiche più o meno attuabili. Ora che il governo Meloni sembra aver intrapreso la strada che porta in quella direzione, appare evidente che la soluzione che deve essere trovata è necessariamente di natura tecnica. Per non lasciare ai singoli siti l’onere e la responsabilità (con tutti i rischi del caso) di trattare il controllo dei documenti e la certificazione degli stessi, l’esecutivo sta pensando di optare per una app di terze parti – già esistente – ad hoc. E si pensa, inevitabilmente, a Yoti.

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Un nome non nuovo, già citato altre volte. Non è un caso, infatti, che in alcuni Paesi sia utilizzato come sistema di verifica dell’età dalla piattaforma OnlyFans. E solo qualche mese fa, in occasione dell’Internet Safer Day 2023, il membro del collegio del Garante della Privacy – Guido Scorza – aveva fatto riferimento proprio all’app Yoti come esempio di come una applicazione di terze parti affidabile potrebbe rappresentare parte della soluzione per un ecosistema che resta difficilmente controllabile.

«Le soluzioni ormai ci sono. Il ricorso a terze parti fidate come anche in Francia si sta pensando di fare per tenere i minorenni fuori dalla galassia del porno online, per esempio, sembra una strada percorribile». 

Era il mese di febbraio e quel che sembrava essere solamente un’indicazione – sulla scia delle mosse francesi – nel Consiglio dei Ministri di giovedì potrebbe diventare realtà.

Yoti, cos’è e come funziona l’app per l’age verification

Ma come funziona questo sistema? L’app Yoti, come si legge sul sito ufficiale, permette di scegliere tra diversi livelli di controllo dell’età dell’utente. C’è la singola scansione facciale (quindi rilevamento biometrico) che attraverso l’intelligenza artificiale e un algoritmo è in grado (con un livello di approssimazione pari a circa 2 anni) di calcolare l’età della persona che si è scattata il selfie davanti alla telecamera del proprio smartphone. Poi c’è il doppio controllo, quello che implica la scansione del volto e il caricamento del documento d’identità del soggetto. Il resto lo fa lo stesso sistema:

«Ti verrà chiesto di scansionare il documento di identità usando la telecamera del tuo dispositivo. Estraiamo le informazioni dal documento di identità e calcoliamo se la tua età è superiore a quella richiesta dall’organizzazione usando la tua data di nascita. L’organizzazione può ricevere:

  • La tua età in anni
  • Se sei “sopra” o “sotto” i loro requisiti di età

Per maggior sicurezza, l’organizzazione può chiederti anche di scattare un selfie usando la telecamera del tuo dispositivo. Questo per verificare che il documento d’identità appartenga a te; in questo modo impediamo ai truffatori di fingere di essere te. Verranno prese più immagini e la più nitida verrà analizzata usando la tecnologia di corrispondenza facciale. Verrà così creato un modello biometrico del tuo volto, che verrà paragonato alla foto sul tuo documento d’identità. Immagazziniamo tutti i dati salvati, come il documento d’identità e il selfie, nel nostro centro dati nel Regno Unito. Una volta completata la sessione, cancelliamo tutte le informazioni personali. Se la sessione viene lasciata incompleta, la cancellazione avverrà dopo 25 ore, a seconda dell’opzione che si verifica per prima. Non usiamo i dati per nessun altro scopo». 

Questo sistema, a differenze della mera scansione del volto, sembra essere il più sicuro, soprattutto perché il trattamento dei dati è stato valutato positivamente anche dal Garante Privacy. Ed è per questo che questo strumento sembra essere un buon compromesso per procedere con l’age verification.

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