A novembre diventerà obbligatorio il “Parental control”

Lo prevede la delibera dell'AGCOM ai sensi di una legge approvato nel giugno del 2020 dal governo italiano

06/09/2023 di Enzo Boldi

Non è la soluzione a tutti i mali, ma può contribuire a una limitazione alla facilità di accesso ai contenuti pornografici attraverso i dispositivi (navigando sulle piattaforme dedicate). Dopo oltre tre anni dall’approvazione della legge, nel mese di novembre diventerà effettivo l’obbligo per gli operatori di telefonia (sia fissa che mobile) di fornire ai titolari dei contratti la possibilità di attivare il cosiddetto “Parental control“, un sistema di filtraggio che impedisce a chi naviga attraverso una connessione (che sia fibra ottica, banda larga o 4G e 5G) di collegarsi alle piattaforme che ospitano video e foto non adatti a un pubblico minorenne.

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La delibera dell’AGCOM, datata 21 febbraio 2023, fa riferimento al “Decreto Giustizia” approvato, in via definitiva, dalla Camera dei Deputati nel giugno del 2020. Si tratta di un emendamento proposto – e votato dalla maggioranza – dall’allora senatore della Lega Simone Pillon. Il testo spiega:

«I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259, devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di controllo parentale ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto. 
I servizi preattivati di cui al comma 1 sono gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto». 

Dunque, stando alla legge, gli operatori devono dotarsi – entro il 21 novembre 2023 – di un sistema di controllo parentale e informare i titolari del contratto sulla possibilità di scelta sull’attivazione. Questa normativa, ancora non entrata in vigore nonostante la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale nel giugno di tre anni fa, obbliga gli operatori telefonici a procedere in questa direzione, ma la stessa delibera dell’AGCOM – l’ultima risale a gennaio – spiega come la situazione non fosse ancor ben definita e recepita da parte delle aziende.

Parental Control, la mossa per vietare il porno ai minori

Proprio per questo motivo (sottolineando come il “servizio” di Parental control dovrà essere gratuito), è stata la stessa Autorità a fornire agli operatori le caratteristiche (non i domini) dei portali che saranno oggetto del filtro del controllo parentale che, dunque, se attivato porterà all’impossibilità di collegarsi a determinate piattaforme.

Categorie e non definizione dei singoli domini da bloccare attraverso il Parental control. Nel prosieguo del testo, infatti, l’AGCOM specifica:

«Gli operatori devono comunicare all’Autorità le categorie utilizzate per i sistemi di Parental control e i soggetti terzi a cui è affidata la definizione e aggiornamento delle liste di nomi a dominio e siti oggetto di blocco». 

Ovviamente, i grandi portali pornografici sono indicizzati ed è facile individuarli e inserirli nella “black list” dei siti non raggiungibili applicando questo sistema. Il problema, però, riguarda altri fattori.

Chi resta fuori

Se il parental control dovrebbe anche scongiurare la possibilità di utilizzare Virtual Private Networks (VPN), non è in grado di bloccare sul nascere altri siti che non sono indicizzati come “riservati a un pubblico adulto”. Parliamo, per esempio, di blog neonati che condividono questi materiali. Ma se su questo si può intervenire in seconda battuta (magari con una segnalazione alle autorità), l’altro punto controverso riguarda le applicazioni. Pur installando un sistema di controllo parentale sulla rete (per i minori, questo sistema sarà aggiunto in automatico all’apertura di un contratto telefonico mobile), non sarà possibile bloccare applicazioni come Whatsapp e Telegram. In particolare, quest’ultimo è ormai uno strumento molto utilizzato per la diffusione e la condivisione (ma anche lo scambio) di materiali pornografici (e pedopornografici). Lì neanche questo strumento può e potrà mai intervenire (trattandosi di messaggi crittografati). Così come il sistema di verifica dell’età.

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