La ministra Roccella e l’app per “vedere” i porno
Si parla di un sistema che dovrebbe garantire l'accesso ai contenuti solo ai maggiorenni facendo rispettare la legge e garantendo la privacy
06/09/2023 di Ilaria Roncone
Quella di bloccare fattivamente i porno ai minori con questo o quell’altro sistema è un’idea che torna ciclicamente nel tempo, in Italia e nel mondo. Come abbiamo approfondito nel monografico che abbiamo dedicato alle parole della ministra Roccella sulla necessità di porre un freno al porno emersa dopo i fatti di Palermo e di Caivano, è la cronaca ad aver riportato luce sulla questione. I pensieri della ministra e del suo ministero, mano a mano, prendono forma e – negli ultimi giorni – è emersa l’idea di un’app per guardare porno.
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App per guardare porno e per verificare l’età degli utenti
Il punto focale della questione è poter verificare l’età degli utenti che vogliono accedere al porno. L’Italia, in questo senso, sembra voler prendere l’esempio della Francia ma permangono dubbi di diversa natura, primo fra tutti quello legato alla privacy e ai dati personali condivisi con le piattaforme che possono offrire e gestire servizi di questo tipo.
In che cosa consiste il piano del governo Meloni orchestrato dalla ministra Roccella? Si tratterebbe, secondo quanto emerso finora, di un blocco dei siti pornografici per i minori di 18 anni non inteso come censura – ha spiegato Roccella – ma come azione di «tutela dei minori». Lo stesso problema si pone per l’accesso ai social – che, a seconda della piattaforma, non possono essere popolati da minori di 13 anni minimo – ma, in questo ambito, non si sta pensando a nessun tipo di provvedimento.
Come funzionerebbe l’applicazione
Roccella ha parlato di una via – auspicabile anche secondo il Garante Privacy – che punta alla «certificazione dell’età tramite terzi» quando si accede a un sito porno là dove ora è sufficiente dichiarare di avere più di 18 anni rispondendo alla classica domanda: “Sei maggiorenne?”. «Bisogna affidarsi a criteri oggettivi – ha affermato Roccella -. Dobbiamo rendere i siti responsabili della certificazione dell’età ma senza affidare loro i dati degli utenti. Ci serviremo di servizi terzi che dovranno monitorare l’applicazione della legge».
(Immagine copertina: Foto IPP/Gioia Botteghi)