Esistono già servizi di Instagram e Facebook a pagamento

L'ipotesi di Instagram e Facebook a pagamento dà seguito, osservando le decisioni di Meta, a un percorso che è iniziato già da diverso tempo

05/09/2023 di Ilaria Roncone

Dei servizi Meta a pagamento – ovvero di funzionalità che, a seconda del social o della piattaforma, vengono pagate da creator o utenti – se ne parla già da un annetto. A settembre 2022 è stato costruito un team dedicato per capire in che modo – dopo un massiccio calo in termini di investimenti pubblicitari e di spese per il metaverso – si potessero implementare funzioni a pagamento. Prima dell’ipotesi di cui stiamo parlando oggi, quella di Instagram e Facebook a pagamento, sono stati introdotti – nel corso del tempo – tool e servizi. Andiamo, quindi, a ricapitolare.

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I servizi Meta a pagamento già esistenti

Prima ancora dello scorso settembre, quando è stato costituito un team dedicato, esistevano già una serie di servizi su Facebook, Instagram e Whatsapp a pagamento. I gruppi Facebook, per esempio, dove gli admin possono addebitare l’accesso a contenuti esclusivi; su Instagram ai creator è stata data la possibilità di farsi pagare, sottoscrivendo un abbonamento, da tutti gli utenti che vogliono fruire di contenuti esclusivi; anche su Whatsapp alcune aziende hanno potuto inviare messaggi ai propri clienti riconoscendo un compenso a Meta.

A febbraio 2023, poi, è stato il turno di Meta Verified. Si è trattato dell’introduzione, nello specifico, di servizi a pagamento per avere un’autenticazione sicura dell’identificazione degli account. Il servizio premium, quindi, è già in programma da un po’ e punta – come stiamo vedendo oggi – a sopperire ai problemi di un modello economico basato totalmente sui dati che, offrendo servizi a pagamento, potrebbe (almeno in parte) rimediare.

Tornando a Meta Verified, come annunciato da Zuckerberg all’epoca, si tratta di un abbonamento mensile che parte da 12 dollari al mese per autenticare gli account e l’identità digitale sia su Facebook che su Instagram, una sorta di risposta al pagamento della spunta blu su Twitter che Musk ha pensato e applicato, con lo scopo di «migliorare l’autenticità e la sicurezza sui nostri servizi».

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