Perché Meta sta pensando a Instagram e Facebook a pagamento
In ballo ci sono molte questioni normative e delle indagini, anche del passato, che potrebbero portare a questa soluzione
05/09/2023 di Enzo Boldi
Dietro l’eventualità di “offrire” agli utenti la scelta se proseguire con il classico funzionamento gratuito delle due piattaforme social o optare per le versioni di Facebook e Instagram a pagamento, non c’è solamente una pratica commerciale. Non c’è solamente un tentativo di rimpinguare le casse (già molto piene) di Meta. La holding guidata da Mark Zuckerberg, infatti, potrebbe scegliere questa soluzione per evitare future sanzioni ai sensi delle normative europee vigenti. Non è un caso, infatti, che questa possibilità – almeno per il momento e in attesa di una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda – sembra essere rivolta solamente agli utenti del Vecchio Continente.
LEGGI ANCHE > Facebook e Instagram potrebbero diventare (anche) a pagamento in Europa?
Sullo sfondo, infatti, ci sono le diverse sanzioni comminate dalle Autorità Europee (come quella del Garante Privacy irlandese da 1,2 miliardi ) nei confronti di Meta per le sue pratiche commerciali legate al trasferimento dei dati dall’Europa agli Stati Uniti. Una violazione del GDPR, il Regolamento Europeo introdotto negli Stati Membri nel 2018. E, ancor più nell’ombra, c’è anche l’inchiesta condotta dalla Procura di Milano, per una presunta – ancora da dimostrare – evasione fiscale legata al concetto del valore economico dei dati degli utenti iscritti alle piattaforme di Meta.
Facebook e Instagram a pagamento, le leggi europee
Dunque, come spiegato dal NYT, Meta sta pensando di correre ai ripari e uniformarsi concretamente a tutte le leggi europee per evitare di incorrere in ulteriore sanzioni. E la mossa di Facebook e Instagram a pagamento potrebbe essere uno dei tanti passi da seguire e inseguire. Non è un caso, infatti, che l’azienda di Zuckerberg si stia muovendo in questa direzione proprio nei giorni in cui il Digital Service Act sia entrato effettivamente in vigore per le principali piattaforme utilizzate in Europa. E se da un lato ci sono tutti i discorsi sulla disinformazione da debellare e la trasparenza nelle comunicazioni, dall’altro c’è tutto l’ampio capitolo legato alla profilazione degli utenti.
Piccolo spazio pubblicità
Digital Service Act e Digital Market Act, infatti, agiscono in modo complementare sul mercato dei servizi digitali. Due provvedimenti che, uniti al GDPR, non possono far altro che amplificare l’attenzione delle Autorità europee sul trasferimento dei dati e sull’utilizzo dei dati degli utenti iscritti. Ed è proprio ai sensi dei paletti di queste tre normative continentali che sembra inserirsi il piano (ancora è una eventualità) di offrire agli utenti una versione a pagamento di Facebook e Instagram. Non tanto per rimpinguare le casse dell’azienda, ma soprattutto per consentire a chi utilizza queste app di decidere se avere il proprio feed invaso dalla pubblicità.
In pratica, per spiegarla in parole povere, la profilazione degli utenti – attraverso i propri dati e le abitudini di navigazione – deve necessariamente essere preceduta da un consenso esplicito. Dunque, si potrà decidere se continuare a essere presenti sulle piattaforme social gratuitamente (ma mettendo a disposizione di Meta i propri dati trattati per scopi pubblicitari) oppure optare per un mancato invio di questi dati dettagli, dietro pagamento. Una mossa che potrebbe evitare future indagini, istruttori e possibili sanzioni nel prossimo futuro.