Quando Di Battista criticava le scorte ai politici solo «perché stanno sui cogli*ni agli italiani»

27/05/2020 di Enzo Boldi

Quel che sta accadendo in Italia negli ultimi giorni, porta a una rilettura di quell’articolo scritto e firmato da Alessandro Di Battista l’11 luglio del 2018 sul Blog delle Stelle. Si era appena insediato il governo Conte-1 (quello composto da Movimento 5 Stelle e Lega) e si parlava molto dei servizi di tutela messi a disposizione dei politici (e non solo) minacciati. Di Battista contro le scorte, ma vedendo i fatti di cronaca recente – con gli agenti messi a disposizione di Lucia Azzolina e Pierpaolo Sileri (esponenti M5S) e del governatore della Regione Lombardia – forse occorre una rilettura di quanto sia stato fin troppo facile fare retorica populista su un tema così delicato.

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Tutele decise per tenere alta la guardia dopo gli insulti e le minacce arrivate nell’ultimo periodo. Insomma, in linea con quel che accadeva anche negli anni precedenti, ma queste notizie fanno più rumore perché sono arrivate una dietro l’altra, indice di un clima molto teso nel nostro Paese. Per questo motivo occorre rileggere le parole di Alessandro Di Battista contro le scorte e attualizzarle.

La storia delle “scorte pazze” è una vergogna tutta italiana. Non si tratta solo di sprechi, si tratta di privilegi e di forze dell’ordine sottratte al loro compito: quello di difendere i cittadini, non i “potenti”. Ci sono 560 persone sotto scorta in Italia, 165 in Francia, 40 in Germania e 20 nel Regno Unito. E’ vergognoso. Magistrati e giornalisti minacciati ne hanno tutto il diritto. Tra l’altro ci sono giornalisti di frontiera, sconosciuti, che rischiano la vita davvero. Ma vogliamo parlare dei direttori di La Repubblica, La Stampa, Libero o Il Giornale? E poi Bruno Vespa?Ma stiamo scherzando? Con quel che guadagnano se la pagassero da soli la scorta.

E poi i politici. La Boschi sotto scorta? Gasparri? Capisco che scrivere quelle scemenze su twitter l’abbia reso antipatico ma uno come lui merita al massimo un vaffanculo per strada, nulla di pericoloso insomma. E poi “ciaone” Carbone sotto scorta? Io mica lo sapevo. Fatemi capire vengono scortati perchè stanno sui coglioni agli italiani? E poi ad un magistrato come Ingroia viene tolta? Siamo seri, Ingroia può stare simpatico o meno (per me la sua entrata in politica è stato un grandissimo errore e lo sa bene anche lui) ma ha indagato, avendo ragione tra l’altro, sulla trattativa Stato-Mafia, trattativa reale, vera, accaduta. Avrò fatto centinaia di comizi facendo spesso una battuta sulla scorta della Boschi (“non serve a difendere lei dai cittadini ma noi da lei”) ma adesso basta. Gli oltre 2000 agenti impegnati in questa roba hanno il diritto di fare il loro lavoro. Non sono entrati in Polizia per scortare i responsabili del declino dell’Italia. Salvini ha il dovere di intervenire immediatamente!

Di Battista contro le scorte. Era il 2018. E ora?

Parole dure quelle di Alessandro Di Battista contro le scorte ai politici. Un pensiero che era stato fortemente sostenuto dagli elettori del Movimento 5 Stelle, come si può notare dal numero delle condivisioni di quell’articolo sia dal Blog che dai profili social dell’esponente pentastellato. Ora, però, quello stesso sistema di tutela (ovviamente legittima) è stato utilizzato anche per gli M5S. Come le auto blu, o le auto grigie, che vengono utilizzate per i loro spostamenti istituzionali.

(foto di copertina: da profilo Instagram di Alessandro Di Battista + Blog delle Stelle)

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