I numeri della crisi di X dopo il primo anno di gestione Musk

L'unico a "guadagnarci" è stato il fondatore di Tesla: il traffico globale verso i suoi post e il suo profilo è cresciuto del 96% su base annua

20/10/2023 di Enzo Boldi

Il 27 ottobre del 2022 – dopo un lungo tira e molla fatto di annunci, smentite, indagini e braccio di ferro sulla cifra finale – venne ufficializzato il cambio di guardia alla guida di Twitter. Il vulcanico Elon Musk staccò l’assegno da 44 miliardi di dollari per acquisire la piattaforma social e dare il via libera alla sua personalissima rivoluzione al grido di “libertà di parola”. È passato quasi un anno e le cose (questo il nuovo nome del social network non più dei “messaggi brevi”) non sono andate benissimo, con i numeri che certificano la crisi di X. Al netto delle polemiche sulle prese di posizione del nuovo “capo”, i dati dell’insuccesso nel riscontro del pubblico sono impietosi. Chi è stato l’unico a guadagnarci (non economicamente)? Proprio chi ha acquistato, a caro prezzo, la piattaforma.

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Al netto di voci e smentite sulla possibilità di Elon Musk di “oscurare” X in Europa (per fuggire alla stretta anche del Digital Service Act), i dati dell’insuccesso negli ultimi 12 mesi sono piuttosto lampanti. Come abbiamo sottolineato in diversi approfondimenti, moltissimi utenti – in “polemica” con il nuovo corso della piattaforma – sono migrati altrove, dimostrando un grande interesse per i social network decentralizzati che negli ultimi messi hanno fatto la loro comparsa nel mercato digitale. Da Mastodon e Bluesky, passando per molte altre realtà (senza tralasciare Threads di Meta): queste novità nel panorama dei social hanno raccolto i delusi da X.

Crisi di X, i dati del primo anno di gestione Musk

I numeri della crisi di X arrivano dall’analisi effettuata dall’ultimo report di Similarweb. Dati che hanno confermato un’evidenza già visibile da molto tempo. Infatti, i grafici inseriti nel rapporto mostrano un andamento da montagne russe, con alti e bassi che – alla fine – hanno messo in evidenza questa crisi. Sia per quel che riguarda l’utilizzo da mobile che per quanto concerne la versione web desktop. Questi i grafici da settembre 2022 a settembre 2023 in cui si “racconta” il calo del traffico globale.

Tutto va verso il basso, anche se in alcuni mesi ci sono state delle riprese. Ma il dato che conta – alla fine – è la differenza negli ultimi dodici mesi: da settembre 2022 a settembre 2023 (quindi coprendo tutta la gestione Elon Musk fino a oggi) il traffico globale verso X (ex Twitter) è calato del 14%. E, aspetto ancor più “grave” per la piattaforma, il traffico verso il portale ads.twitter.com per gli inserzionisti è diminuito del -16,5%.

L’unico a “sorridere”? Proprio Elon Musk

L’unico segno più nell’analisi dell’insuccesso della piattaforma arriva dal profilo X di Elon Musk: anche grazie al picco dell’attenzione mediatica a cavallo dell’acquisizione di X e dall’inizio delle “promesse” (la maggior parte non mantenute o andate a deteriorare il social network), l’account del fondatore di Tesla ha subìto una grande impennata. I dati di Similarweb evidenziano come il traffico sul suo profilo (e sui suoi post) sia cresciuto del 96% su base annua. Nonostante lui fosse già un nome molto in voga sulla piattaforma, ancor prima della sua acquisizione. Ma c’è il trucchetto: l’algoritmo premiante per gli account X Premium (coloro che pagano l’abbonamento) e la strategia di far comparire molti più post nel feed dei “Per te” (che compaiono anche se non si segue un account) ha influenzato questi numeri. Al netto di tutto ciò, si tratta di una popolarità pagata a caro prezzo. A 44 miliardi di dollari.

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