Gli utenti continuano a lasciare X: la scelta è Mastodon

I dati confermano l'ascesa del social decentralizzato. Non si tratta di numeri all'altezza del fu Twitter, ma qualcosa continua a muoversi

12/10/2023 di Enzo Boldi

C’è chi ha deciso di non voler più far parte di piattaforme social testuali. C’è chi ha deciso di chiudere un account (ex) Twitter e aprirne un altro su piattaforme che hanno funzionalità simili. C’è chi, invece, ha deciso di mantenere attivo il proprio profilo su X e, contestualmente, iniziare a utilizzare anche altro. Il mondo digitale è molto variegato, soprattutto in termini di offerta, e questo consente agli utenti di poter navigare liberamente all’interno di un ecosistema della mille sfaccettature. Varietà che, spesso e volentieri, hanno molte similitudini tra loro. Spesso, però, la decisione di abbandonare una strada per prenderne un’altra è dettata dal fatto che la gestione di un social sia giudicata non coerente e contraddittoria. Come nel caso della lunga migrazione e della fuga da X.

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La disinformazione, la cancellazione di policy più stringenti nei confronti del linguaggio dell’odio, l’impossibilità di distinguere un profilo affidabile da uno non affidabile (a causa della spunta blu a pagamento, a prescindere da chi si celi dietro un account). Sono queste le principali cause che stanno lentamente portando il pubblico ad allontanarsi da X. Una dinamica che si sta consumando da circa 11 mesi, da quando Elon Musk ha pagato 44 miliardi di dollari per acquistare la piattaforma, modificando dinamiche consolidate e prendendo decisioni poco inclini anche ai Regolamenti Europei. E a giovare di questa fuga da X è, soprattutto, un social network decentralizzato scelto anche da molti personaggi molto noti (e non solo nell’etere digitale): Mastodon.

Fuga da X, gli utenti scelgono ancor di più Mastodon

Gli ultimi dati sono stati inseriti nella correzione del report annuale (riferito al 2022) pubblicato nei giorni scorsi dall’azienda che ha sviluppato Mastodon. Correzione a causa di un errore che è stato spiegato dallo stesso CEO, Eugen Rochko, sulla piattaforma.

«È emerso che il nostro aggregatore di statistiche su joinmastodon.org ha sottovalutato gravemente i dati di Mastodon tra il 2 ottobre e oggi, a causa di un problema di connettività di rete. Il problema è stato ora corretto». Dunque, i numeri riportati in quel report, almeno inizialmente, erano sbagliati. Nel giro di pochi mesi, la piattaforma ha raggiunto i 5,8 milioni di utenti iscritti (ma non tutti sono attivi). Secondo il rapporto, sul social c’è un tasso di incremento mensile pari al 5%. Numeri molto ridotti rispetto alla portata di X, ma in continuo e costante aumento da quando Elon Musk ha iniziato la sua rivoluzione contraddittoria e controversa.

La “provocazione” di Breton

E la fuga da X, pur rimanendo attivo sulla piattaforma, sembra essere sostenuta anche da Thierry Breton (Commissario europeo per il mercato interno e i servizi). È stato lui a pubblicare – tirando in ballo, con tanto di tag, Elon Musk – la lettera della Commissione UE in cui si chiede a X di moderare i contenuti sul conflitto Israele-Hamas ai sensi del DSA. Ed è stato sempre lui, qualche ora dopo, a pubblicare su X questo “annuncio”:

Ha aperto un suo profilo su BlueSky, un altro social network decentralizzato (che ricorda, per funzioni, il primo Twitter) molto in voga da quando è iniziata la fuga da X. Una provocazione che sembra essere in linea con l’andamento del social-mercato.

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