L’eterno ritorno dello spauracchio del “Canale della Lega” di Serie A

Le difficoltà nelle trattative private con Dazn, Mediaset e Sky hanno riportato in auge questa possibilità

20/07/2023 di Enzo Boldi

Canale della Lega di Serie A, capitolo mille. Ogniqualvolta si arriva al momento in cui si deve trovare la quadra per l’assegnazione dei diritti di trasmissione delle partite del massimo campionato di calcio italiano (e della Coppa nazionale), ecco che questo spauracchio viene sbandierato ai quattro venti per cercare di convincere gli attori in campo a formulare offerte al rialzo – durante la fase di trattativa privata – rispetto a quelle presentate alla chiusura del bando. Era successo in passato e oggi, quando ormai siamo arrivati vicinissimi alla data scadenza (2 agosto) per chiudere la partita, il canovaccio si ripropone.

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Per quel che riguarda il triennio 2024/2027, la situazione non è ancora definita. Alla chiusura del bando, infatti, solamente Dazn (che detiene la totalità dei diritti di trasmissione anche per questa stagione, con il 30% in condivisione, e che ha appena aumentato i prezzi per la stagione che sta per iniziare), Sky e Mediaset hanno deciso di scendere in campo. Non hanno presentato alcuna offerta (quindi nessuna manifestazione di interesse) né Amazon (con Prime Video), né la Rai. E le offerte sul tavolo non sembrano essere all’altezza delle aspettative della Lega di A che, secondo i piani iniziali, voleva sfondare il muro di 1 miliardo di euro all’anno (superando la cifra media dell’ultimo bando assegnato).

Canale Serie A, lo spauracchio dei diritti tv del calcio

Le offerte languono e sarà difficilissimo, se non impossibile, arrivare alla cifra di 1,2 miliardi di euro richiesta dall’amministratore delegato della Lega di A Luigi De Siervo. Cosa potrebbe succedere, dunque, se entro il 2 agosto non si troverà una quadra? Lo ha spiegato ai microfoni di Radio Rai lo stesso ad del massimo campionato di calcio italiano:

«Se non dovessimo assegnare i diritti entro l’estate a settembre partiremo con le attività di preparazione della nostra offerta di contenuto. Sul canale della Lega tanto è stato detto e fatto. Ci siamo mossi con largo anticipo perché la Lega nei prossimi 12 mesi preparerà la sua uscita sul mercato. Se non si trovasse il punto di sintesi tra i soggetti in corsa, avremo modo di preparare un’offerta di contenuto sorprendente, una situazione all’inizio molto complessa, ma che ci renderà poi autonomi da linee dei broacaster che hanno visioni non sempre omogenee alle nostre. Si tratta di uno sforzo imprenditoriale importante per lanciare un progetto unico e avere un rapporto diretto con i nostri tifosi». 

Ed ecco, ancora una volta, l’eterno ritorno dello spauracchio del Canale Serie A per sopperire alla mancanza di offerte ritenute congrue. Come riporta Calcio e Finanza, il canovaccio per il triennio 2024/2027 potrebbe essere simile a quello del precedente bando: i diritti in esclusiva (al 70%) nelle mani di Dazn, mentre il restante 30% in co-esclusiva con un altro operatore. Dunque, o Sky (mantenendo lo status quo) o Mediaset (che sia in chiaro o in abbonamento su Infinity+). Ma se le offerte non dovessero essere soddisfacenti, ecco arrivare in supporto questo “Canalino” di proprietà della stessa Lega di A, dove potrebbero essere trasmesse le 2/3 partite che fanno parte del pacchetto “in co-esclusiva” (si parla di 2/3 perché Mediaset potrebbe aggiudicarsi la trasmissione di un match a giornata, in chiaro). Ma come potrebbe essere questo canale? Lo spiega la stessa Calcio e Finanza, basandosi su un documento interno che recita:

«Il Canale, lineare e/o on demand, è basato su un Palinsesto e/o catalogo che comprende Dirette, Differite, Repliche e Sintesi nonché Immagini Salienti e Immagini Correlate di tutti gli Eventi delle Competizioni e altri contenuti […]. Il Canale potrà essere fruito su tutte le Piattaforme Audiovisive, a titolo esemplificativo sulle seguenti: Piattaforma Digitale Terrestre, Piattaforma Internet, Piattaforma IPTV, Piattaforma Satellite, Piattaforma Wireless per Reti Mobili, anche in modalità OTT, A Pagamento, limitatamente al Territorio, nell’ambito di offerte rivolte sia agli Utenti Domestici che agli Utenti Commerciali».

Dunque, come confermato anche da De Siervo, le grandi manovre potrebbero portare i primi frutti, proprio a partire dal 2024. E c’è una necessità strutturale dietro tutto ciò, per non incappare nella violazione dell’impianto normativo italiano sulla gestione e l’assegnazione dei diritti tv legati al mondo del calcio e dello sport.

La legge Melandri

Si fa riferimento al decreto legislativo numero 9 del 9 gennaio del 2008 (la cosiddetta “Legge Melandri“) che si occupa della definizione della “Disciplina della titolarità e della commercializzazione dei diritti audiovisivi sportivi e relativa ripartizione delle risorse”. In particolare, il comma 4 dell’articolo 9 (quello dedicato all’Assegnazione dei diritti audiovisivi) è scritto

È fatto divieto a chiunque di acquisire in esclusiva tutti i pacchetti relativi alle dirette, fermi restando i divieti previsti in materia di formazione di posizioni dominanti.

Dunque, qui entra in ballo il principio del cosiddetto “no single buyer rule”, ovvero l’impossibilità di assegnare tutti i pacchetti disponibili (da bando) a un unico operatore. Per sopperire alla possibile assenza di offerte adeguate, dunque, si potrebbe pensare di affiancare il canale Serie A a una delle emittenti che ha partecipato a questa gara. Seguendo i princìpi di legge.

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