Il problema dei diritti tv della Serie A dietro l’aumento dei prezzi di Dazn?

In queste settimane si sta dibattendo sull'assegnazione dei diritti di trasmissione dal 2024 al 2027. La Lega di A chiede molti più soldi rispetto alle offerte presentate finora

20/07/2023 di Enzo Boldi

«Il fine è solo l’utile, il mezzo ogni possibile. La posta in gioco è massima, l’imperativo è vincere e non far partecipare nessun altro». Il verso del brano “Quelli che benpensano” di Frankie hi-nrg sembra calzare al pennello con due situazioni che stanno condizionato i dibattiti attorno alla questione dei diritti TV della Serie A (per quel che riguarda il 2024/2027). Perché contestualmente alla presentazione “delle buste”, con una partecipazione ridotta rispetto alle aspettative, gli appassionati del pallone italiano si trovano a fare i conti con gli abbonamenti per guardare le partite del massimo campionato di calcio, a prezzi leggermente aumentati rispetto a qualche mese fa e cresciuti esponenzialmente rispetto al recente passato. Questi due eventi potrebbero essere legati?

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Il condizionale è d’obbligo, visto che nel calderone generale è entrata – da pochissimo – l’approvazione del ddl anti-pirateria che dovrebbe mettere a freno la trasmissione (e la ricezione) fraudolenta delle partite (e non solo) attraverso sistemi che nel gergo comune vengono chiamati “pezzotto”. Sta di fatto che nel corso delle ultime settimane – oltre all’iter legislativo ultimato – si è acceso il dibattito prima sul bando e poi sul secondo step per l’assegnazione dei diritti TV Serie A per quel che riguarda gli anni a partire dal 2024. La posta in gioco è altissima, così come le richieste della Lega di A che hanno sparato altissimo, senza ricevere le risposte che si attendeva.

Diritti TV Serie A, lo stallo dietro gli aumenti di Dazn?

Dopo l’importante campagna europee delle squadre italiane – che pur non portando a casa alcuna coppa ha visto tre compagini (Inter in Champions, Roma in Europa League e Fiorentina in Conference League) arrivare alle finali delle competizioni -, la Lega di A ha deciso di alzare l’asticella. E se per i diritti tv per quel che riguarda il triennio 2021/2024 era stata raggiunta la quota di 927,5 milioni di euro (da Dazn e Sky), per quelli del 2024/2027 si è deciso di alzare l’asticella. Ad ammetterlo è stato lo stesso amministratore delegato della Lega di A, Luigi De Siervo, che aveva parlato (al Gr Parlamento) di cifre attorno agli 1,2 miliardi di euro. Insomma, un bel salto in avanti.

«La richiesta formale era tra 1 miliardo e 150 e 1 miliardo e 200 e la discussione sta proprio nel fatto che i broadcaster che lavorano nel proprio interesse stanno cercando di risparmiare il più possibile forti del fatto che non ci sono dei concorrenti diretti». 

Ma come stanno andando le cose? Non come speravano in via Rosellini. Perché al tavolo dei grandi attori (emittenti) che hanno depositato la loro offerta (manifestazione di interesse) al bando, sono mancati alcuni protagonisti che potevano dar vita a un’asta al rialzo. Alla fine della fiera (con la Lega di A che si riunirà nuovamente il 26 luglio, considerando che la questione dovrà essere risolta con l’assegnazione entro il prossimo 2 agosto) la partita dei diritti TV Serie A sarà giocata solamente da tre squadre: Dazn, Sky e Mediaset.

Offerte al ribasso, ma abbonamenti che aumentano

Manca, dunque, pochissimo al termine della valutazione finale delle trattative private tra la Lega di A e le tre emittenti rimaste in gioco. Sta di fatto che proprio durante questo bailamme, è arrivato l’annuncio delle nuove tariffe di abbonamento (con relativi pacchetti differenziati) da parte di Dazn che – anche per questa stagione – detiene i diritti di trasmissione di tutto e 10 le partite di ogni singola giornata di Serie A (3 in co-esclusiva con Sky). Crescita dei prezzi, seppur lieve rispetto a quelli aggiornati a gennaio, per quel che riguarda gli abbonamenti mensili. Invece, prezzi ridotti per chi decide di pagare tutto e subito. Dunque, sembra ci sia la volontà di fare cassa per mettere in cascina i fondi da versare per il prossimo triennio. Il sillogismo iniziale, dunque, sembra rappresentare una strada verosimile.

(Foto IPP/Felice De Martino)

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