Alla scoperta di Discovery: chi c’è dietro la crescita del Nove (e non solo)

Sono tre le figure-chiave che, nel corso degli anni, hanno lavorato per implementare il palinsesto e portare nuove trasmissioni e volti noti della televisione nell'orbita dei vari canali del gruppo

16/04/2024 di Enzo Boldi

«Voglio di più, molto di più». Il motto di Francesco Panella che contraddistingue uno dei programmi più amati dai telespettatori del NoveLittle Big Italy – sembra contraddistinguere il lavoro dietro le quinte che l’emittente ha fatto negli ultimi anni e che, visti gli ultimi accadimenti, sta continuando a fare. Quando un canale televisivo cresce in modo esponenziale, i meriti non sono solamente dei volti noti che appaiono sul piccolo schermo, ma anche di chi guida una rete o un gruppo come Discovery Italia. Le idee, i palinsesti e le trattative, infatti, sono il fulcro centrale di un successo.

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Prima Maurizio Crozza, poi Fabio Fazio (con Luciana Littizzetto) e ora Amadeus. Tre facce di un dado molto variegato che hanno e permetteranno al Nove di proseguire in questo trend di crescita (anche negli ascolti) già palese nel corso del 2023. Questo è quello che vediamo facendo zapping e fermandoci sul canale. Dietro di loro ci sono molte persone che hanno lavorato – e continueranno a farlo – per arricchire sempre di più l’offerta. Ovviamente, per procedere in questa direzione occorrono molti soldi e il fatto che dietro al Nove ci sia Discovery Italia e dietro Discovery Italia ci sia la Warner Bros. Discovery, rende questa equazione molto più semplice. Investimenti che vanno di pari passo anche con la crescita degli introiti pubblicitari che, a loro volta, aumentano per via di un maggiore appeal provocato dalla presenza di nomi noti della televisione italiana.

Discovery Italia, i nomi dietro la crescita del Nove (e non solo)

Ma come ha fatto l’intero ecosistema di Discovery Italia – parliamo, quindi, anche di Real Time, DMAX, Giallo, Warner TV, MOTOR TREND, Food Network, HGTV – Home & Garden TV, K2, Frisbee, Boing e Cartoonito a cui si aggiunge l’offerta a pagamento di Discovery Channel, Eurosport 1 ed Eurosport 2, Cartoon Network e Boomerang – a superare la concorrenza, diventare il terzo polo televisivo italiano e mettere le basi per far tremare i polsi a Rai e Mediaset? Il merito è di chi lavora dietro le quinte e di chi è alla guida di diversi settori strategici dell’azienda.

L’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery (per quel che riguarda il Sud Europa) Alessandro Araimo è guida l’azienda dal 2022. Maurizio Crozza era già al Nove da diverso tempo e sul canale erano già trasmessi diversi programmi diventati molto famosi. E sarebbe stato proprio lui a condurre le trattative per “strappare” Fabio Fazio e Luciana Littizzetto alla televisione pubblica. E la sua corte avrebbe convinto anche Amadeus a dire addio alla Rai per tentare una nuova avventura lontano da viale Mazzini.

Un lavoro di squadra

Poi c’è Laura Carofali, responsabile dei contenuti del gruppo Warner Bros. Discovery per il Sud Europa. È lei ad aver dato vita ai canali di maggior successo del gruppo di Discovery Italia e anche a lei si deve il passaggio di Amadeus e Fabio Fazio al Nove. In attesa di scoprire se riuscirà a strappare anche i format televisivi legati all’ultimo direttore artistico e conduttore del Festival di Sanremo (attenzione, il contratto tra la Rai e il Comune di Sanremo scade nel 2025 e già nel 2023, quando fu siglata l’intesa biennale, si parlò di una manifestazione di interesse da parte di un’altra emittente), grazie al suo lavoro Discovery è riuscita ad accaparrarsi anche l’intero “Che tempo che fa”.

E proprio Laura Carofali ha provato, in passato, diversi colpacci che – per il momento – sono rimasti solamente sogni nel cassetto. In una recente intervista rilasciata al settimanale Gente, la COO di Discovery Italia ha raccontato di quando – sei anni fa – aveva quasi convinto Maria De Filippi a lasciare Mediaset con l’offerta di un canale tutto suo. Solo all’ultimo ci fu il passo indietro della conduttrice, ma non è detto che l’occasione non si ripeterà.

Un lavoro di team che non può non prevedere un ruolo di primo livello, molto più verticale. È il caso di Aldo Romersa, direttore del Nove. Dopo un passato decennale in Mediaset (dal 1990 al 2000) e il ritorno come vice-direttore di Italia 1, il suo approdo nel 2016 a Discovery Italia ha preceduto l’arrivo di Maurizio Crozza sul canale.

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