A che punto siamo con la Banda Ultra Larga in Italia?

Quali sono gli obiettivi disposti, da qui al 2026, dal governo italiano per quanto riguarda la Banda Ultra Larga e la connettività nel nostro Paese?

27/08/2023 di Redazione Giornalettismo

Orizzonte 2026: questo il termine entro cui, in teoria, dovrebbero realizzarsi i propositi stabiliti dal governo Meloni nella strategia per la branda ultra larga in Italia. Il piano, che già era stato predisposto da Vittorio Colao, mette in evidenza i ritardi del nostro Paese quando si parla di connessione e pone – insieme ai vecchi – una serie di nuovi, seppur molto spesso vaghi, obiettivi da raggiungere.

Piano Banda Ultra Larga tra ritardi passati e futuri

La riscrittura dell’attuale governo – pubblicata appena prima della pausa estiva – sono messe nero su bianco le criticità finora individuate. Ci sono i ritardi nelle aree bianche, ci sono i contenziosi sui permessi, ci sono difficoltà legate al mondo in cui si interviene da parte di chi ha il compito di portare l’Italia nella banda ultra larga. Uno dei problemi più sconfortanti riguarda la scarsa attendibilità dei dati sui numeri civici e sulle unità immobiliari che dovrebbero essere raggiunte dall’infrastruttura.

Oltre a questo, sono stati scritti anche gli obiettivi ed è stato reso noto quanti soldi del PNRR verranno investiti e come saranno suddivisi a seconda delle sette aree di intervento del piano. Da “Italia a 1 Giga” a “Scuole connesse”, le aree di intervento non mancano e prevedono anche il potenziamento di un 5G che è stato ostaggio – tra le altre cose – di gruppi di complottisti cui un partito dell’attuale governo ha lasciato margine di manovra per ritardare quella che è una reale necessità, per il nostro Paese, se non vogliamo rimanere indietro rispetto agli altri Stati membri dell’Unione europea.

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