Una delle poche novità del Piano Banda Ultralarga: i capitali per startup e PMI innovative del settore telco

L'inserimento di questo paragrafo - rispetto alle versioni precedenti - si inserisce nel solco di un ipotizzato rilancio del settore delle telco italiane, che - dopo un periodo di grande sviluppo - sta incontrando oggettive difficoltà

23/08/2023 di Gianmichele Laino

C’era un tempo in cui il settore delle telco in Italia era avanzatissimo. Negli anni Novanta era un fiorire di concorrenza, di rincorse in una nuova prateria – quella della telefonia mobile – che alcune aziende storiche del nostro Paese (da Telecom a Olivetti, passando per Enel) avevano cavalcato, ottenendo quella possibilità di diversificazione che rendeva animato il settore. Da qualche tempo, però, il meccanismo si è inceppato e le aziende che si occupano di telecomunicazione hanno cercato altre strade per tornare agli antichi fasti. Con risultati altalenanti: basti pensare all’acquisizione di contenuti audiovisivi di carattere sportivo (il caso di Tim Vision e della sua partnership con Dazn è stato abbastanza eclatante) o alla gestione di servizi in cloud. Una possibile spinta – anche se molto futuribile – a questo settore è stata proposta dal Piano Banda Ultralarga 2023-2026, con l’unica – sostanziale – novità rispetto al documento lasciato in eredità dal precedente governo (su cui il nuovo piano ha fatto restyling).

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Piano banda ultralarga e startup, cosa prevede

Stiamo parlando di una «istituzione di un fondo di investimento in capitale di rischio, in grado di unire risorse del Dipartimento per la Trasformazione Digitale, di Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital e di altri soggetti privati» che siano destinati alle start-up e alle PMI innovative.

I settori che possono essere finanziati sono stati indicati in un elenco sommario, che cerca più o meno di intercettare le nuove tendenze del business digitale e – di conseguenza – dell’applicazione delle telecomunicazioni a questi stessi business: il mobile edge computing, le architetture aperte basate su soluzioni software, i sistemi di caching periferico per Content Delivery Network (CDN), l’evoluzione del 5G, il WEB3, l’elaborazione del segnale, l’intelligenza artificiale (immancabile). A livello quantitativo, il fondo di investimento potrebbe mettere a disposizione fino a 100 milioni di euro, a fronte di un investimento pubblico di 30 milioni di euro. Sempre nell’ambito del supporto alle startup, è stato istituito anche un «Green Transition Fund (GTF), gestito da Cassa Depositi e Prestiti Venture Capital SGR S.p.A. al fine di sostenere i settori coinvolti nella transizione ecologica» sempre per quanto riguarda le telco.

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