Attacco del NY Post a Biden, ma il pezzo viene smentito dopo poche ore

Il pezzo su presunte email con favori al figlio dell'ex vice presidente si sarebbe rivelato basato su notizie false diffuse dalla Russia per favorire Trump

15/10/2020 di Redazione

Il NY Post tenta un attacco a Biden ma finisce bloccato da Twitter. Il quotidiano conservatore infatti ha pubblicato una storia sulla scoperta di un computer con presunte email che dimostrerebbero presunti favori tra Biden, il figlio Hunter e la compagnia energetica ucraina Burisma, che già da tempo sono state dimostrate false e portate avanti dalla Russia per danneggiare l’ex vice di Barack Obama. E che ha portato Twitter a bloccare la possibilità per chiunque volesse di condividere l’articolo incriminato.

LEGGI ANCHE > La Russia torna all’attacco con una campagna di disinformazione per interferire nelle elezioni USA

L’attacco a Biden, con la firma di Putin e l’aiuto di Giuliani

L’attacco a Biden del NY Post nasce da un laptop ritrovato da un non meglio identificato proprietario di un negozio di riparazioni del Delaware (lo Stato in cui vive Biden), che conterrebbe email del 2015 del figlio Hunter, compreso un presunto filmato a luci rosse, tra le quali una in cui lo stesso Hunter Biden introdurrebbe al padre, all’epoca vice presidente degli Stati Uniti, un membro della compagnia di energia ucraina Burisma, della quale Hunter Biden era membro del consiglio d’amministrazione. Il computer e l’hard drive sarebbero quindi stati sequestrati dall’FBI, ma l’uomo che aveva trovato il computer avrebbe fatto una copia dell’hard drive e, evidentemente dopo anni, l’avrebbe consegnata all’ex sindaco di New York Rudy Giuliani che adesso ha fatto scoppiare il presunto scandalo. Una storia già smontata da FBI e da tutte le agenzie di intelligence che concordano sul fatto che si tratti di una storia creata dal Cremlino per influenzare nuovamente le elezioni Usa, come nel 2016. E la parte che conferma la poca credibilità della storia sarebbe il ruolo che gioca Rudy Giuliani in tutto questo, oltre al fatto che a scrivere l’articolo sarebbe stata un’ex producer di Sean Hannity, il conduttore di Fox News fedelissimo di Trump.

Le reazioni dei social e di Twitter all’attacco a Biden

Dopo l’attacco a Biden del NY Post l’articolo ha iniziato a girare sui social, fino a che il Washington Post ha smentito l’articolo con riferimenti che smascheravano le calunnie contenute nel pezzo, seguito da Facebook e da Twitter che ha impedito di condividere l’articolo o di pubblicare tweet che contenessero il pezzo proprio perché ritenuto oggettivamente una forma di disinformazione consapevole. Un’iniziativa che ha creato polemiche, obbligando il CEO di Twitter a scusarsi per la mancanza di informazione sul perché del blocco rivendicando però la correttezza della decisione, che nel corso della giornata ha portato al blocco del profilo della portavoce della Casa Bianca, Kayleigh McEnany, per aver tentato di condividere l’articolo. Il Post infatti non ha scritto nel pezzo che le notizie fanno parte di una nota campagna di disinformazione del Cremlino pubblicando l’articolo con una tempistica sospetta rispetto a quello che l’FBI e le altre agenzie di intelligence USA hanno rivelato essere il nuovo tentativo di Vladimir Putin di interferire nelle elezioni favorendo nuovamente Trump.

Share this article