La Russia torna all’attacco con una campagna di disinformazione per interferire nelle elezioni USA

Facebook e Twitter hanno confermato che un gruppo russo sta usando migliaia di profili falsi per diffondere fake news

03/09/2020 di Marta Colombo

Lo stesso gruppo proveniente dalla Russia che ha interferito nelle presidenziali USA del 2016 è tornato all’attacco in vista delle elezioni del prossimo novembre. Secondo Twitter e Facebook, il gruppo starebbe usando, come ormai di consuetudine un network di account falsi  e anche un finto sito web apparentemente affiliato con i democratici.

La campagna di disinformazione da parte del gruppo supportato dal Cremlino, noto come Internet Research Agency, conferma i sospetti di molti: la Russia sta cercando di replicare la strategia – vincente – di quattro anni fa per aiutare Trump ad essere rieletto a colpi di bufale e teorie del complotto. Questa volta, però, c’è una notevole differenza, l’agenzia, infatti, avrebbe assunto degli americani per scrivere sul sito falso.

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La battaglia a colpi di disinformazione della Russia

Sono mesi che le agenzie di intelligence internazionali mettono in guardia contro i tentativi della Russia e altri Paesi di interferire nelle elezioni USA di novembre. Twitter e Facebook, però dicono di avere le prove. Tuttavia, Trump e la sua amministrazione, la scorsa settimana, hanno nuovamente minimizzato i rischi posti dall’interferenza di Mosca, puntando invece il dito contro Pechino.

In un contesto in cui l’opinione pubblica è polarizzata come non mai, l’esercito della disinformazione russo ci sguazza.

Secondo Facebook e Twitter, che in passato sono stati duramente criticati per non aver reagito adeguatamente e prontamente agli attacchi russi, le attività del gruppo non hanno raggiunto tante persone quante nel 2016, ma, questa volta, si tratta di attacchi più sofisticati grazie alla collaborazione di cittadini americani per scrivere le fake news e presentarle in maniera ancora più credibile.

«I russi si stanno impegnando di più questa volta con sempre più tecniche per offuscare la loro identità», ha spiegato al New York Times Ben Nimmo, della compagnia Graphika che ha collaborato con Facebook per indagare sul coinvolgimento della Russia nelle elezioni del 2016. «Possiamo ancora beccarli però», ha continuato.

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