Non ci fu traffico illecito di rifiuti sulla nave umanitaria Aquarius

08/02/2019 di Enzo Boldi

La nave umanitaria Aquarius non ha effettuato nessun traffico illecito di rifiuti. Con questa motivazione il Tribunale del riesame di Catania ha smontato la tesi accusatoria del pm etneo Carmelo Zuccaro che nello scorso mese di novembre fece sequestrare l’imbarcazione che aveva soccorso nel Mediterraneo alcuni migranti in balia delle onde e li aveva condotti nel porto siciliano. I giudici, però hanno spiegato che alcuni rifiuti a bordo dovevano essere dichiarati prima dello sbarco.

«Esiste la ritenuta potenziale infettività dei rifiuti derivanti dalle operazioni di salvataggio (nello specifico vestiti e biancheria intima) che dunque avrebbero dovuto essere riferiti come rifiuti sanitari a rischio infettivo o sanitari pericolosi, tuttavia è insussistente il contestato reato di traffico illecito di rifiuti». È quanto si legge nella motivazione del tribunale del riesame di Catania che ha annullato il decreto del Gip che aveva disposto il sequestro di 200mila euro da due conti correnti intestati a Francesco Giannino, titolare della ‘Mediterranean shipping agency‘ di Augusta (Siracusa). L’uomo era indagato nell’ambito di l’inchiesta ‘Bordeless’ sulla gestione di rifiuti da navi di Ong.

Non ci fu traffico di rifiuti attraverso la nave Aquarius

«Gli indumenti ed i vestiti indossati dai migranti, a rischi di contaminazione da agenti patogeni e virus infettivi, ed i rifiuti alimentari rappresentati dagli scarti degli alimenti somministrati ai migranti a bordo, potenziali veicoli, per contatto diretto, di microorganismi, virus e tossine – scrivono il presidente Sebastiano Mignemi e la relatrice Laura Benanti – non potevano essere raccolti e smaltiti in modo indifferenziato, quali residui del carico, assimilati ai rifiuti solidi urbani, bensì previa qualificazione degli stessi come rifiuti sanitari a rischio infettivo o sanitari pericolosi, e con modalità rispettose della salute pubblica».

Negativa, ma non sanzionabile, la gestione degli scarti prodotti a bordo

La gestione dei rifiuti prodotti a bordo della nave Aquarius, quindi, non è stata adeguata e rappresenta un malcostume, ma «non è sufficiente a far ritenere integrato il reato contestato di traffico illecito di rifiuti essendo infatti necessario un quid pluris, consistente nell’allestimento di mezzi ed attività continuative organizzate. In altri termini una struttura rudimentale, nel cui alveo ricondurre i traffici illeciti, organizzando una forma di impresa».

(foto di copertina:  ANSA/ UFFICIO STAMPA)

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