Maxi emendamento: la presentazione continua a slittare, e sorgono malumori su tutti i fronti

La legge di bilancio continua ad essere una spina nel fianco per il governo giallo-verde. Dopo le critiche di Bruxelles e le modifiche apportate al testo della manovra, adesso c’è il malumore interno: molti deputati pentastellati non sono d’accordo con il nuovo testo, la cui presentazione continua a slittare.

Maxi emendamento, slitta ancora la presentazione in aula

Il maxiemendamento che contiene al suo interno le modifiche alla legge di bilancio che hanno permesso il via libera da Bruxelles avrebbe dovuto essere presentato oggi venerdì 21 dicembre alle ore 16. Invece, è slittata. Ancora. Si parla di una discussione alle ore 20, ma questo ritardo sulla tabella di marcia potrebbe addirittura far saltare il voto di fiducia sulla manovra, previsto per la mezzanotte di oggi. Il ritardo sembra sia causato non solo dalla necessità di riscrivere il testo della legge secondo i dettami della Ue e quindi rifare i calcoli, ma anche da una serie di forti malumori emersi all’interno del partito a 5 stelle. Molti deputati non sono d’accordo con la nuova svolta del governo.

Maxi emendamento, la senatrice 5stelle Paola Nugnes: «C’è ancora molto che non va»

 

«Questa manovra finanziaria è molto attesa e molto voluta dagli italiani»ha dichiarato la senatrice 5 stelle Paola Nugnes aggiungendo che «è per questo che credo sia giusto appoggiarla nelle sedi istituzionali. Purtroppo però c’è anche molto che non va». Uno snodo difficoltoso sarebbe ad esempio «l’innalzamento delle soglie (da 40 a 200mila euro) degli affidamenti pubblici diretti» continua Nugnes, spiegando che potrebbe avere «conseguenze nefaste in termini di clientelismo» e «ridurre il contrasto alla corruzione e lo scambio politico». Se però i 5 stelle vedono i malumori come una prova del desiderio di fare le cose per bene e nel dettaglio, all’opposizione questo continuo rimando e ritardo viene considerato un segno della fragilità del governo. «L’Italia andrà in recessione» sentenzia Silvio Berlusconi prevedendo una crisi di governo per metà gennaio, mentre Matteo Renzi si spinge ad aprile come data limite per le difficoltà dell’esecutivo.

(Credits immagine ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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