Alessandro Di Battista esalta la politica estera di Donald Trump

Oltre a Matteo Salvini c’è anche qualcun altro che apprezza la politica estera di Donald Trump. L’eco arriva direttamente dall’America Latina, luogo in cui si trova Alessandro Di Battista per ultimare la sua serie di reportage per Il Fatto Quotidiano. L’ex deputato grillino, oltre a esaltare il modus operandi del tycoon statunitense, ha attaccato l’ex numero uno della Casa Bianca Barack Obama, definito un «golpista».

«In politica estera Trump si sta comportando – ad oggi – meglio di tutti i presidenti USA precedenti, incluso quel golpista di Obama (a Tegucigalpa ho parlato a lungo con Manuel Zelaya, ex-Presidente dell’Honduras buttato giù con un colpo di Stato avallato da Obama e dalla Clinton)», scrive nell’incipit del suo lungo post su Facebook nel quale vuole fornire alla rete il suo parere sui fatti che arrivano da Oltreoceano, nel quale spiega che «Trump – per ora e su questo punto – sta andando contro parecchi poteri forti USA. Andrebbe riconosciuto senza i paraocchi delle ideologie». Poi l’attacco ai dem statunitensi in un post scriptum: «P.S. Anche gran parte del muro con il Messico l’hanno fatto i democratici!».

Di Battista e il ritiro delle truppe Usa da Siria e Afghanistan

Il suo ‘editoriale’ social prosegue entrando nel merito della questione Medio Oriente. «La Clinton avrebbe voluto far fare ad Assad la stessa fine di Gheddafi e la Siria vivrebbe ancor più morte e distruzione di quella che ha vissuto in questi ultimi anni – prosegue Di Battista -. Il ritiro delle truppe dalla Siria e di parecchi uomini dall’Afghanistan è un’ottima notizia. Certo in Siria esiste anche la questione curda ed è una questione delicatissima e se le Nazioni Unite si svegliassero se ne dovrebbero occupare immediatamente. I curdi hanno il diritto di vivere in un loro Stato sovrano».

«L’Italia sia più realista del Re»

Ed ecco arrivare l’assist sudamericano all’Italia: «Ad ogni modo oggi l’Italia ha una splendida occasione: quella di smetterla per la prima volta nella sua storia recente di essere ‘più realista del Re’. Occorre iniziare al più presto il ritiro del nostro continente (forse voleva scrivere ‘contingente’, ndr) dall’Afghanistan. Ci sono missioni fondamentali come quella in Libano e ci sono missioni da chiudere proprio come quella in Afghanistan costata la vita a valorosissimi soldati italiani, a migliaia di civili afghani e costata, oltretutto, svariati miliardi di euro ai contribuenti italiani».

(Foto di copertina: Alex Edelman/CNP via ZUMA Wire)

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