Alessandro Di Battista aveva presentato un ddl per farsi arrestare?

21/12/2018 di Enzo Boldi

Non accennano a placarsi le polemiche tra maggioranza e opposizione (che ha trovato terreno fertile per attivare un piano di recriminazione) sull’azienda di Alessandro Di Battista. Toni che si sono alzati dopo le rivelazioni fatte ieri da Il Giornale che ha svelato come l’ex deputato del Movimento 5 Stelle, nel giugno 2013, avesse presentato un disegno di legge per condannare al carcere (e a una multa) tutti quei titolari d’azienda colpevoli di non aver presentato i bilanci delle loro imprese. Come accaduto per la Di Bi Tec della famiglia Di Battista.

Tra i più attivi nelle frecciate nei confronti di Alessandro Di Battista ci sono i parlamentari di Forza Italia, con il profilo Facebook del partito di Silvio Berlusconi che ha condiviso l’articolo del Giornale sottolineando le incongruenze tra le battaglie dialettiche dell’ex focoso deputato del Movimento 5 Stelle e la realtà dei fatti. Un sassolino nella scarpa da togliersi dopo i continui attacchi nei confronti del Cavaliere.

Alessandro Di Battista e quel ddl che lo avrebbe condannato al carcere

Come riporta il quotidiano diretto da Alessandro Sallusti, il ddl presentato da Alessando Di Battista e da altri parlamentari grillini (tra cui Luigi Di Maio, Danilo Toninelli, Alfonso Bonafede e Manlio Di Stefano) era il numero 1205 (il cui testo è ancora presente sul sito della Camera) e si intitolava «Modifiche al codice civile e altre disposizioni in materia di reati societari e tributari, nonché modifiche alle disposizioni penali in materia fallimentare».

Reclusione e multa per chi non presenta i bilanci

All’articolo 9 del ddl presentato alla Camera il 14 giugno 2013, si legge la proposta di modificare il testo dell’articolo 2630 del codice civile con le seguenti parole e sanzioni: «Chiunque, essendovi tenuto per legge a causa delle funzioni rivestite in una società o in un consorzio, omette di eseguire, nei termini prescritti, denunce, comunicazioni o depositi presso il registro delle imprese, ovvero omette di fornire negli atti, nella corrispondenza e nella rete telematica le informazioni prescritte dall’articolo 2250, primo, secondo, terzo e quarto comma, è punito con la reclusione da tre mesi a un anno e sei mesi e con la multa da euro 1.000 a euro 50.000». In pratica, chi non presenta i bilanci della propria azienda rischia il carcere. Cosa che è accaduta anche alla Di Bi Tec, l’azienda di cui è socio di maggioranza (insieme alla sorella) Alessandro Di Battista che, dal 2016, ha deciso di interrompere la comunicazione dei propri bilanci.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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