Basilicata, l’arbitro di 15 anni picchiato di cui nessuno parla

Negli occhi di tutti ci sono le immagini di Riccardo Bernardini, l’arbitro aggredito a Roma, dopo aver diretto l’incontro di Promozione tra Virtus Olympia-Altetico Torrenova. In seguito a quell’episodio, l’AIA – Associazione Italiana Arbitri ha deciso di non mandare in campo i propri tesserati del Lazio. Con il risultato che, nella regione, non si disputeranno partite in questo finesettimana. Ma c’è un’altra storia spiacevole che arriva dalla Basilicata e che nessuno ha ancora raccontato.

Arbitro picchiato in Basilicata: cosa è successo

Un altro arbitro è stato picchiato nel corso di un incontro di Seconda Categoria, allo stadio comunale di Armento, in provincia di Potenza. La cosa che rende ancor più grave l’accaduto – oltre al singolo episodio di violenza – è l’età del giovane direttore di gara, che ha 15 anni e che, quindi, è minorenne.

L.P. è stato raggiunto al telefono da Giornalettismo. Come tutti gli arbitri, non può rilasciare dichiarazioni ufficiali senza l’autorizzazione dei propri superiori. La sua storia, comunque, è stata opportunamente verificata. Il giovane direttore di gara, nel corso della partita tra ASD Armento 58 e Sassi Matera (disputatasi l’11 novembre 2018) non ha fischiato un calcio di rigore in favore della squadra di casa. Il calciatore, in seguito a reiterate proteste, è stato espulso. A quel punto, si è spenta la luce. Un primo pugno al volto, il giovane arbitro che cade a terra, qualche altro colpo proibito.

L’arbitro picchiato in Basilicata è minorenne

Il quindicenne, scortato da altri calciatori e da altri tesserati delle due società, è uscito dal terreno di gioco, ha sospeso la partita e si è recato in ospedale: tre giorni di prognosi per «trauma facciale opera di terzi», come da referto medico. Ma il clamore mediatico non è stato lo stesso di qualche giorno fa. Eppure, l’episodio di violenza in sé e il fatto che sia coinvolto un minore dovrebbe scuotere qualche coscienza ai vertici dell’Associazione Arbitri.

Le scuse della società coinvolta

Tanto più che il gesto del calciatore che ha picchiato il giovane fischietto lucano è stato condannato dalla stessa società protagonista dell’episodio. «Come società non possiamo che fare questo – ci ha scritto Vincenzo Bloise, presidente dell’ASD Armento 58 -. I nostri tesserati hanno provato a rincuorare l’arbitro. Secondo noi, quanto accaduto domenica non può essere paragonato a ciò che è successo in Lazio. Lì c’è stata una vera e propria aggressione, mentre il nostro calciatore è stato espulso per aver reagito. Secondo noi, c’erano anche le condizioni per portare a termine la partita. In ogni caso, abbiamo fatto subito le nostre scuse a tutti per quanto accaduto, così come le ha fatte il nostro tesserato all’arbitro, rendendosi conto della stupidità commessa tre secondi dopo averla fatta. Noi siamo una piccola realtà e per noi è già un grande successo mettere insieme una squadra di calcio».

Dai vertici nazionali AIA, invece, per ora non è arrivata alcuna risposta. Giornalettismo ha provato a contattare la segreteria degli arbitri italiani per cercare di ottenere una dichiarazione in merito ai fatti accaduti, in un momento in cui la violenza nei confronti degli arbitri è un tema di forte attualità. Senza, tuttavia, avere risposta. La decisione del presidente Marcello Nicchi di sospendere, di fatto, i campionati in Lazio impedendo ai tesserati di arbitrare le partite può davvero essere una soluzione se, nei campi di mezza Italia, i fischietti continuano a essere vittime di episodi violenti senza che se ne parli?

Share this article
TAGS