Mai più fumo a scuola

Sono finiti i tempi delle sigarette in cortile durante la ricreazione o prima della campanella. Un disegno di legge, a firma del ministro della Salute Beatrice Lorenzin, approda oggi in Consiglio dei ministri. Oltre al classico vecchio divieto di fumo nelle classi, corridoi e bagni è previsto però il divieto anche in luoghi aperti, parcheggi e giardini inclusi. Non solo, non è questione di puzza e fumo ma semplicemente di dipendenza da nicotina: il ddl prevede anche il divieto verso le sigarette elettroniche. Il no vale per tutti: insegnati ed allievi. Solo varcato il cancello ci si potrà accedere una bionda, dentro però non ci sarà nessuna pietà.

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FUMO VIETATO A SCUOLA: COMMA DOCET – L’idea di Lorenzin sta tutta in un nuovo comma nella legge anti-fumo del 2003, ed è contenuto nel disegno di legge presentato oggi a Chigi. Il Messaggero, a firma di Carla Massi, spiega:

Un testo molto ampio che, oltre alla stretta al tabacco prevede nuove norme sulla sperimentazione clinica dei medicinali, il riordino delle professioni sanitarie, la formazione medico specialistica, la sicurezza alimentare, il benessere animale. Nel capitolo “norme per corretti stili di vita” ,oltre la nuova normativa sul fumo a scuola, anche
le indicazioni sulle sigarette elettroniche (dalle avvertenze sulle confezioni alle sanzioni per la vendita e l’uso scorretto).

Multe? Si va dai 1500 a 9000 euro se a fumare (o svapare) sono minori di 18.

FUMO VIETATO A SCUOLA: LA GIUNGLA – Finora il livello di tolleranza alle bionde variava a seconda della discrezione dell’istituto. Generalmente tante scuole superiori hanno chiuso un occhio su prof e ragazzi in “pausa fumo” sotto l’albero del giardino. Ora però sulle scrivanie dei presidi sono piombate circolari anti-tabacco. Non senza qualche difficoltà. Giacomo Mangiaracina tabaccologo presidente dell’Agenzia nazionale per la prevenzione, spiega sul quotidiano:

Diciamo che la legge permetteva una certa discrezionalità e quindi se il collegio degli insegnanti non pensava di emanare direttive in questa direzione nessuna norma li poteva obbligare. Solo il buon senso. Eppure, un gran numero di
ricerche scientifiche dimostrano che i ragazzi che studiano in istituti dove è totalmente bandito il fumo sono meno inclini ad avvicinarsi alle sigarette. I numeri parlano chiaro. Se dalle elementari al liceo non si fuma e si ricorda di non fumare nella testa di molti ragazzi il messaggio passa. L’educazione a scuola funziona, si riduce, come dimostra una revisione sistematica della Cochrane collaboration, di almeno il 12% la probabilità che i ragazzi sviluppino la dipendenza.

guarda la gallery:

FUMO VIETATO A SCUOLA: NON SI SVAPORA PIU’ – Nel mentre è guerra anche contro le cosidette e-cigs. Dopo le polemiche sulla supertassa, nel disegno di legge sono contenute le indicazioni che le devono etichettare. Sullo stile dei pacchetti delle colleghe bionde si potranno leggere scritte come “Attenzione: può dare tolleranza e dipendenza anche in piccole quantità” o informazioni sulla quantità di nicotina e nocività dei liquidi (se ingeriti). Non solo, la composizione dei liquidi sulle scatole sarà obbligatoria, nonché la concentrazione di nicotina sulle ricariche.

FUMO VIETATO A SCUOLA: CHI APPREZZA E i presidi come l’hanno presa? Sempre sul Messaggero Ivana Uras, dirigente del liceo Newton di Roma, racconta ad Alessia Campione:

Sarà un incentivo in più contro il fumo. La scuola è il luogo educativo per eccellenza ed è giusto partire da qui. Ho
esperienza, da studentessa, di compagni del liceo che già fumavano tanto, e ora purtroppo combattono contro il cancro.

L’azione preventiva è già partita con blitz da parte di genitori in alcuni licei romani:

Quest’inverno i rappresentanti delle famiglie nella scuola di Ciampino hanno dichiarato guerra al fumo. «Abbiamo organizzato un “blitz” con gli altri genitori, e abbiamo trovato gli alunni a fumare nei bagni – ricorda una mamma romana e rappresentante di istituto, Costanza Lo Petrone – . Mi auguro che siano previste sanzioni pesanti, fino alla sospensione. Tra i tredici e i quattordici anni fumano già tanto».

L’idea del ministro Lorenzin sembra ben accolta sia dai dirigenti degli istituti che dalle associazioni di genitori. Resta da capire se verrà rispettata in caso di ok legislativo.

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