Lombardia, il capo della task force spiega il dato zero morti: «Il virus potrebbe aver completato la ‘mietitura’ iniziale»

Sul dato zero morti Lombardia nella giornata del 24 maggio c’è ancora molta prudenza, anche perché non si può escludere che ci sia stato un errore nella catena di trasmissione dei numeri. Sembra incredibile che la regione più colpita dall’emergenza coronavirus e che solo 24 ore prima faceva registrare ancora 56 morti in più possa aver azzerato il numero delle vittime in una sola giornata. Tuttavia, il capo della task force sanitaria della regione contro la pandemia, Vittorio Demicheli, ha provato a dare una spiegazione a questo dato, pur restando prudente sulla sua veridicità. Un numero che, tra l’altro, arriva all’indomani delle dichiarazioni dell’assessore al Welfare Giulio Gallera sulle possibilità di contagio in Regione, dovute al calo dell’indice Rt.

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Zero morti Lombardia, la spiegazione di Demicheli

Se è vero che sono due le linee di trasmissione dei dati su contagi e decessi in Lombardia – una che arriva dagli ospedali, l’altra che arriva dai comuni – e che una delle due può aver commesso un errore (del resto era già successo in passato che le vittime della Lombardia fossero state ‘recuperate’ qualche giorno dopo), occorre comunque analizzare l’attuale curva di contagio che sembra avere indicazioni positive, anche rispetto al primo sblocco del lockdown che si è registrato lo scorso 4 maggio.

Secondo Demicheli, zero morti Lombardia perché il virus ha terminato la prima mietitura

Per il direttore dell’Ats di Milano Demicheli, dunque, sebbene non si possa dire che il virus abbia perso potenza, occorre formulare un’altra ipotesi in merito al suo grado di attecchimento sulla popolazione: «Credo – dice Demicheli al Corriere della Sera – che stiamo vivendo un fenomeno che gli inglesi chiamano harvesting. Il virus ha fatto la cosiddetta “mietitura”, ha accelerato quindi il percorso clinico di persone fragili, in molti casi con altre patologie. Può essere che ora abbia consumato il bacino dove poteva fare più danni e si presenti con letalità contenuta».

Dunque, le persone che in qualche modo risultavano essere più esposte al coronavirus sono già state contagiate e il loro numero si sta man mano esaurendo, una volta trascorso più tempo dall’inizio del contagio. Un’altra indicazione che andrebbe in questa direzione parte dal numero dei ricoveri in terapia intensiva, che è sceso a 197 dopo aver toccato anche numeri a quattro cifre nelle prime settimane dell’epidemia. Il fatto che le terapie intensive siano più libere permette una maggiore assistenza ai pazienti e una riduzione della possibilità di decessi. Ma sul dato zero morti Lombardia, in ogni caso, è bene essere prudenti. È lo stesso capo della task force regionale, infatti, a dichiarare: «Restano da fare verifiche coi Comuni, ma il segnale resta chiaro. E non ci sarebbe troppo da sorprendersi». In ogni caso, quindi, sebbene con qualche riserva, il dato viene considerato quantomeno plausibile.

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