Come Harvard ha cercato di dimostrare il collasso degli ospedali di Wuhan a ottobre in base al traffico delle auto

09/06/2020 di Redazione

C’è da dire che persino lo studio dell’Harvard Medical School afferma che, in base a quanto rilevato, non è detto che l’analisi del traffico delle automobili nei pressi dell’ospedale di Wuhan sia da considerarsi necessariamente correlato con l’esplosione dell’epidemia di coronavirus. Tuttavia, lo studio ha cercato di dimostrare lo stato di sofferenza dell’ospedale della città cinese focolaio del coronavirus già nei mesi di agosto-ottobre 2019. Come ha fatto? Attraverso la comparazione di alcuni immagini satellitari che avrebbero mostrato un incremento delle automobili in arrivo nei pressi e nel parcheggio dell’ospedale di Wuhan a ridosso della seconda parte del 2019.

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Wuhan e lo studio di Harvard sul traffico nei pressi dell’ospedale in correlazione con il coronavirus

Nello stesso periodo degli anni precedenti, infatti, il traffico risultava molto più contenuto. In base a questa teoria, l’Harvard Medical School ha sottolineato come già all’epoca fosse chiara una situazione di emergenza sanitaria nella città cinese. Accuse che la Cina ha rispedito al mittente, affidando al ministro degli Esteri Hua Chunying una replica: «È semplicemente ridicolo – ha affermato alla Bbc – basarsi sul traffico per teorizzare accuse del genere».

Sempre lo stesso studio di Harvard ha confrontato le ricerche sui social network relative a parole come tosse e diarrea (sintomi del coronavirus) nel periodo di agosto-ottobre 2019 con le medesime ricerche in un diverso arco temporale. Anche da questo punto di vista, infatti, si sarebbe registrato un aumento. Nonostante la portata dello studio, sembrano indicazioni piuttosto circostanziali per dimostrare un diretto collegamento con una esplosione di casi di coronavirus già in un periodo dell’anno in cui si conosceva poco o niente della malattia.

Non solo il traffico: quello che lo studio di Harvard dice su Wuhan

Se le immagini del satellite e le ricerche sui motori web possono dare elementi a chi sostiene le responsabilità della Cina nei confronti della comunità internazionale circa la diffusione dell’epidemia, è pur vero che nello stesso studio emerge anche come un comportamento del genere sarebbe in linea con la circolazione naturale del virus nella Cina meridionale, prima ancora che si potesse individuare il focolaio di Wuhan: «Questi risultati – ha detto John Brownstein dell’ospedale pediatrico di Boston – confermano anche l’ipotesi che il virus sia emerso naturalmente nella Cina meridionale e che potenzialmente fosse già in circolazione al momento del cluster di Wuhan».

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