Salvini cambia idea: ora non crede più al complotto sul virus creato in laboratorio

Eppure a marzo pubblicò una notizia bufala su questa vicenda e annunciò anche un'interrogazione parlamentare

05/10/2020 di Enzo Boldi

Dopo sette mesi, Matteo Salvini ha cambiato idea. Il 25 marzo scorso il segretario della Lega aveva pubblicato sui suoi canali social un allarme al grido di «pazzesco». Erano i giorni in cui sui social circolava quel servizio del TgLeonardo in cui si parlava di un virus polmonare creato nei laboratori cinesi. Un video del 2015 che non aveva nulla a che vedere con il Coronavirus, ma che portò all’annuncio di un’interrogazione parlamentare al Conte e Di Maio. Ora, però, lo stesso ex ministro dice di non credere ai complotti e alle teorie sul virus creato in laboratorio.

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Un ravvedimento sulla via di Wuhan. Oggi, in un’intervista rilascia a Il Foglio, Matteo Salvini ha dichiarato espressamente: «Non credo ai complotti, ai virus prodotti in laboratorio, eccetera. Ma il Covid-19 è nato in Cina e il regime cinese lo ha nascosto per almeno due mesi. Deve rispondere di questo di fronte al mondo intero». La sua posizione sulla Cina è rimasta la stessa, ma quella polemica sul virus creato in laboratorio sembra esser stata riposta nel cassetto delle polemiche inutili. Nonostante non abbia mai, fino a oggi, chiesto scusa per aver condiviso quella bufala fatta di disinformazione e decontestualizzazione (e il leghista è anche giornalista iscritto all’ordine).

Virus creato in laboratorio? Salvini ha cambiato idea

Per fortuna, però, adesso si affida agli studi scientifici che da mesi (anche prima di quel 25 marzo) sottolineavano come il Sars-CoV-2 si fosse originato da processi naturali. Studi che si basavano sull’analisi molecolare e sul dna del virus in questione. Eppure Salvini twittava allarmisticamente questo:

 

Dal «pazzesco» al «io non ci credo»

L’unica cosa pazzesca era la bufala. Non appena quel video è stato diffuso sui social, gli stessi autori del servizio per il TGLeonardo avevano spiegato la datazione di quel servizio e come non ci fosse nessun legame tra quello che veniva trattato e le infezioni da Coronavirus. E Salvini, intervistato qualche giorno dopo da Corrado Formigli a Piazzapulita, non fece un passo indietro e rincarò la dose dicendo: «È comunque un virus polmonare». Ora, sette mesi dopo (e senza l’enfasi del trending topic dei social) dice di non credere ai complotti sul virus creato in laboratorio. Meglio tardi che mai.

(foto di copertina: da profili social di Matteo Salvini)

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