La guerra Israele-Hamas non è un gioco, eppure alcuni video compaiono come ads sulle app di gaming

Da Angry Birds ai puzzle, passando per le app con i giochi di carte: è in corso una campagna ads che, a quanto pare, sta interessando anche queste piattaforme

02/11/2023 di Gianmichele Laino

C’è una guerra in corso e non è affatto un gioco. Eppure, in questo mondo in cui tutto passa per le piattaforme digitali e per gli ecosistemi social, il rischio che immagini cruente si trasformino in vere e proprie proposte pubblicitarie è davvero altissimo. Infatti, da qualche giorno, sono diversi gli utenti delle varie app di gaming (à la Angry Birds, per intenderci) che stanno segnalando che, tra un’interruzione di gioco e l’altra, alcune pubblicità promosse dal ministero degli Esteri di Israele (e che mostrano, con l’unica accortezza del blur per nascondere volti e immagini troppo cruente, persone morte durante l’ultima tornata di violenze che è iniziata il 7 ottobre scorso) che, con slogan propagandistici e ancor di più guerrafondai, cercano di trasmettere dei messaggi agli utenti di quelle stesse piattaforme. Si badi bene: non sono nemmeno videogiochi di guerra che presuppongono, in qualche modo, la violenza. Si tratta di giochi all’apparenza innocui, come Angry Birds – appunto -, come i puzzle con bolle e quadratini, come i giochi di carte del tipo Solitario.

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Video Israele-Hamas su app di gaming, le segnalazioni

La Reuters ha messo in fila diverse segnalazioni rispetto a quello che abbiamo raccontato. Il video pubblicitario contiene questo messaggio: “WE WILL MAKE SURE THAT THOSE WHO HARM US PAY A HEAVY PRICE”, ovvero “Vogliamo essere sicuri che coloro che ci fanno del male pagheranno un prezzo pesante”. La scritta si accompagna a immagini di attacchi con razzi, esplosioni, uomini coperti da maschere e passamontagna che attraversano le aree del Paese armati fino ai denti. Se consideriamo il target delle app di gaming che abbiamo appena citato, non dobbiamo stupirci affatto se questi video – alla fine – andranno a finire sotto gli occhi di bambini e minori che, pensando di utilizzare semplicemente dei giochi innocenti, si ritrovano invece a essere vittime di quella che si può definire propaganda di guerra.

Attenzione: non c’è alcun dubbio che il video sia stato realizzato, per una campagna di pubblicità istituzionale, dalle autorità israeliane. Loro stesse riconoscono la paternità di quei video. Semplicemente, almeno in via ufficiale, non riescono a spiegarsi come questi video possano essere finiti sulle piattaforme di gaming che abbiamo citato. Il monografico di Giornalettismo di oggi analizzerà le varie reazioni che le grandi aziende che mettono in vetrina le app di gaming sui propri store (come Apple Store o Google Play Store), le stesse aziende che producono queste app e i principali attori istituzionali hanno avuto nei confronti di questa vicenda.

Il mercato pubblicitario, sulle piattaforme digitali, tecnicamente deve sottostare a delle regole molto precise, a delle policies che – trasversalmente – vanno a interessare tutti gli attori coinvolti nella filiera. Eppure, sempre più spesso, qualcosa sta sfuggendo di mano e dal controllo dei responsabili. Com’è possibile, in questo preciso momento storico, che video così violenti possano in qualche modo far parte di una campagna pubblicitaria?

Alice’s Mergeland, Stack, Balls’n Ropes, Solitaire: Card Game 2023, Subway Surfers sono i giochi che Reuters ha potuto esaminare e che sono stati interessati da almeno un caso di ads mirato con contenuti collegati alla guerra tra Israele e Hamas. Tuttavia, esistono anche altre app più celebri, con utenze decisamente maggiori, che sarebbero state interessate da questa distribuzione. Il tutto si inserisce, come vedremo, in una precisa strategia – da parte di Israele – di promozione dei contenuti che interessa, a vario titolo, i social network e il mercato dell’ads pubblicitario.

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