Infodemia di guerra: la storia del video dei “bombardamenti israeliani su Gaza”

Anche il Corriere della Sera, prima di rimuoverlo, ha pubblicato un contenuto "preso dai social" sostenendo fossero immagini del conflitto. Ma non era così

10/10/2023 di Enzo Boldi

Che accada sui social network è un problema collaterale, vista la quantità immensa di fake news che circolano all’interno delle piattaforme su qualsiasi tipo di argomento. Che una testata giornalista si “fidi” di quel che trova in giro per la rete e lo pubblichi a mo’ di notizia senza verificare che sia veritiero è molto più grave. Soprattutto in contesti di guerra, occorre sempre procedere per step, partendo dalla verifica dell’affidabilità della fonte per poi arrivare al controllo di una o più informazione. Solo in caso di esito positivo si deve procedere alla pubblicazione. Lo dicono le regole deontologiche della professione giornalista. Nei giorni scorsi, come già accaduto in passato in altri casi, c’è chi ha condiviso la notizia del video dei bombardamenti ordinati da Israele su Gaza (nella zona Nord della Striscia), senza accertarsi se quel contenuto fosse vero.

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Muoversi all’interno dell’ecosistema digitale non è facile ed è giusto ammetterlo. Verificare le fonti, soprattutto durante eventi di guerra, è ancor più complicato. E allora, cosa dovrebbe accadere? Se non si riesce a scoprire la verità su un contenuto/documento/foto/video/notizia, non si deve pubblicare nulla. E invece, qualche giorno fa abbiamo visto comparire su uno dei quotidiani online più letti in Italia (Il Corriere della Sera), comparire questa “notizia”.

All’interno dell’articolo, veniva mostrato un filmato di una città in fiamme. Il tutto, secondo le narrazioni raccolte sui social senza verificare, era figlio della reazione di Israele all’attacco di Hamas. Dunque, una vera e propria testimonianza video dei bombardamenti israeliani su Gaza. Come detto, però, quel contenuto non è più disponibile online (questo era l’indirizzo), anche se risulta ancora essere indicizzato sui principali motori di ricerca.

Perché è stato rimosso? Perché si trattava di una fake news. Attenzione, il video era reale, ma non era stato girato a Gaza. E, soprattutto, anche se le immagini potevano ingannare, non aveva nulla a che vedere con un contesto di guerra.

Video bombardamenti Israele su Gaza, la fake news

Dunque, il passo indietro da parte del Corriere della Sera (non abbiamo traccia di altre testate che hanno commesso lo stesso errore di superficialità) è la conferma dell’assunto iniziale: il video bombardamenti Israele su Gaza era una bufala. E allora, che cosa “raccontava” quel filmato diventato virale sui social in modo decontestualizzato?

Si tratta dei recenti – avvenuti nel corso dell’estate – festeggiamenti (molto coloriti, colorati e rumorosi) dei tifosi algerini del CR Belouizdad, vincitori del quarto titolo calcistico nazionale consecutivo (il decimo totale).

La città “illuminata” di rosso non è Gaza, ma Algeri. Quelli che si vedono non sono bombardamenti, ma fuochi d’artificio (seppur estremi). E i social sono ancora ricchi di filmati analoghi che attribuiscono queste immagini al conflitto tra Israele e Hamas.

Elementi di disinformazione come questi continueranno a circolare sulle varie piattaforme social. È ruolo di un giornale e di un giornalista verificare che quel che si trova online sia reale e non una fake news. Per non dover incappare in scuse e rimozione di contenuti.

Il problema dei social

Come detto, buona parte della disinformazione da cui attingono (sbagliando) anche alcuni organi di informazione arriva dalle piattaforme social. In questo caso, il video è partito da TikTok, ma la viralità è arrivata da X (ex Twitter). E proprio il social network di Elon Musk è finito nel mirino della Commissione Europea.

Nella lettera si ribadisce all’azienda di Musk di adeguarsi al codice di condotta sulla disinformazione prevista dal Digital Service Act. Una problematica che prosegue da tempo, con l’imprenditore che ha risposto chiedendo al Commissario UE Breton di elencargli l’elenco delle violazioni a cui “allude”. Di tutta risposta, il rappresentante dell’Unione Europea ha – di fatto – sottolineato come alcuni dei contenuti falsi o fuorvianti su quel che sta accadendo in Medio Oriente siano stati segnalati dagli utenti e non ancora del tutto rimossi.

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