AI, X, elezioni e complotti: perché si sta parlando tanto di Taylor Swift (e non per la sua musica)

Ci sono una serie di bufale che girano sul conto della cantante che ha vinto per la quarta volta consecutiva il Grammy per il miglior album

05/02/2024 di Gianmichele Laino

Nella realtà, Taylor Swift continua a macinare record, vincendo – tra le altre cose – il quarto Grammy consecutivo per il miglior album. Nella vita virtuale, tuttavia, le cose non stanno andando così bene: oltre alla già citata eliminazione dei suoi brani da TikTok (non è colpa sua: semplicemente non è stato trovato un accordo tra la piattaforma e la sua casa discografica, la Universal Music), Taylor Swift si ritrova a essere il bersaglio di intelligenza artificiale, social network, account e media complottisti. Praticamente, non si contano più e stanno sfuggendo da ogni tipo di controllo le bufale sul suo conto, soprattutto in vista delle imminenti elezioni americane. Già, perché – a quanto pare – l’opinione pubblica americana non vede l’ora di capire per chi la pop star più influente al mondo farà il suo endorsement (nella evidente convinzione che una sua scelta pro-Biden o pro-Trump possa spostare centinaia di migliaia di voti dei suoi fan). Essendo una figura politicamente contesa, Taylor Swift diventa di conseguenza bersaglio della disinformazione, soprattutto di quella che viene alimentata dalla parte conservatrice (quando non ultra-conservatrice) del web e dell’ecosistema digitale in generale.

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Tutte le bufale diffuse sul conto di Taylor Swift

Per fare un resoconto di tutte le bufale sul conto di Taylor Swift si è scomodato persino NewsGuard, l’azienda che si occupa di monitoraggio della corretta informazione a livello globale. Nel suo recente report, infatti, ha citato tutte le circostanze che vengono attribuite alla cantante, sia dall’intelligenza artificiale che Elon Musk vorrebbe implementare in maniera significativa su X (Grok), sia da alcuni media che hanno un bassissimo coefficiente sulla piattaforma di NewsGuard.

Innanzitutto, il modello di AI su cui sta investendo Elon Musk: a quanto pare, interrogato dagli utenti, l’intelligenza artificiale generativa restituirebbe una serie di risultati volti ad alimentare le dicerie su un presunto complotto per convincere gli americani a votare Joe Biden alle prossime elezioni presidenziali. E questo fa capire come i database che vanno ad allenare i modelli di AI possano essere influenzati dalla grande mole di disinformazione che viene prodotta in rete, citando – senza filtri – anche risultati testuali di piattaforme media che non hanno alcuna attendibilità e che, anzi, sono palesemente e dichiaratamente complottiste.

Da Soros al Pentagono, la rete è piena di spazzatura su Taylor Swift

Venuta meno la neutralità dell’intelligenza artificiale made in Musk, possiamo concentrarci su tutte le teorie del complotto che sono state diffuse in rete a proposito della cantante. Innanzitutto, il grande classico: Taylor Swift pagata da George Soros (sì, anche lei!). Stando a quanto diffuso in rete, citando un funzionario dell’amministrazione di Donald Trump, un investimento di un’azienda riconducibile a Soros nell’opera musicale di Swift del 2019 sarebbe la prova incontrovertibile del fatto che l’artista sia stata sfruttata in chiave anti-repubblicana. Poi, c’è il pettegolezzo relativo alla sua presenza al Super Bowl, l’evento sportivo maggiormente seguito dai cittadini americani e in altre parti del globo: Travis Kelce, giocatore dei Kansas City Chiefs, è il fidanzato di Taylor Swift. La presenza della sua squadra in finale al Super Bowl sarebbe un chiaro indicatore di come la presenza di Taylor Swift all’evento sia incoraggiata dal “sistema”. Il cuore di questa teoria sarebbe che una eventuale presenza della cantante al maxi show che precede la partita di football rappresenterebbe un messaggio elettorale in chiave anti-Trump.

Non solo: secondo la più clamorosa delle teorie del complotto, Taylor Swift sarebbe parte di un clamoroso piano del Pentagono per trasformarla in un asset psicologico, con cui condizionare le masse per evitare una nuova elezione alla Casa Bianca di Trump. In un successivo articolo del nostro monografico di oggi, infatti, spiegheremo nel dettaglio gli estremi della cosiddetta Psyop. Una bufala che è stata rilanciata persino da Fox News che, ancora una volta e nonostante le recenti prese di distanza da Donald Trump, si dimostra uno dei più grandi network ad avere dei problemi con la correttezza dell’informazione. 

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