Cos’è la Psyop di Taylor Swift e perché è tutta una grande bufala

La teoria è stata rilanciata anche da media e network importanti negli Stati Uniti: fa parte di quel percorso di disordine digitale che è stato inaugurato intorno alla cantante

05/02/2024 di Gianmichele Laino

Psyop è uno di quei termini abbastanza evocativi che è entrato nell’uso comune dell’analisi politica e sociale degli Stati Uniti. È la crasi di psychological operations, ovvero di tutte quelle operazioni che si basano sulla propaganda, sulla forza della comunicazione, sulle capacità cognitive di chi si trova al centro di questo percorso e di chi funge da “bersaglio” della comunicazione stessa. È un qualcosa che – con la crescente importanza dei mezzi di comunicazione di massa – va avanti a partire dalla seconda guerra mondiale: utilizzare immagini, personaggi, parole, concetti, prodotti artistici “popolari” per affrontare delle questioni molto più serie e influenti nell’ambito della politica e della geopolitica. Oggi, nel 2024, qualcuno è arrivato a definire il successo di Taylor Swift come una Psyop.

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Psyop di Taylor Swift, cosa stanno diffondendo media e social americani

Non è che ci siano delle prove evidenti: semplicemente, una serie di personaggi influenti sui social network (guarda un po’, in particolare su Twitter/X) e anche alcuni media internazionali (come Fox News), stanno facendo quello che piace di più ai complottisti. Ovvero, prendere dei fatti totalmente autonomi nel loro flusso di sviluppo, collegarli tra loro e individuare una sorta di trama che, solo seguendo il loro filo logico, va a funzionare. Così, per collegare Taylor Swift all’esito delle elezioni americane del 2024, i complottisti che hanno diffuso la teoria della Psyop della cantante si sono serviti del Super Bowl.

Capite quanti voli pindarici? L’approdo di una squadra, i Kansas City Chiefs, alla finale del Super Bowl dell’11 febbraio è diventato automaticamente il palcoscenico per rendere Taylor Swift più centrale nell’evento. Per quale motivo? Perché uno dei più importanti giocatori di football che milita nella squadra di Kansas City è Travis Kelce, che è attualmente il ragazzo con cui Taylor Swift si sta frequentando. Dunque, il passaggio dei complottisti è: Taylor Swift ha una storia con Kelce per sfruttare l’onda lunga del Super Bowl, uno dei più importanti eventi mediatici americani; questa visibilità sarà usata per fare il suo endorsement a Joe Biden per la campagna presidenziale; grazie a questo endorsement, Biden vincerà le elezioni, il cui risultato sarà nuovamente messo in dubbio, proprio a causa di queste influenze esterne.

Ora, se aggiungiamo che questa Psyop di Taylor Swift secondo alcuni è coordinata direttamente dal Pentagono, capiamo benissimo quanto possa essere pericoloso per il popolo americano una comunicazione che vada in questa direzione. A maggior ragione perché Taylor Swift, a differenza di quanto fatto nel 2020, non ha ancora appoggiato pubblicamente Biden per la sua campagna presidenziale. Tuttavia, la cantante è un bersaglio facile per i repubblicani e – in particolar modo – per i sostenitori di Donald Trump. In passato Taylor Swift ha proposto idee decisamente politicizzate ed è noto il fatto di aver simpatizzato per i democratici in più di un contesto. Il fatto che sia uno dei personaggi dal maggior peso culturale in questa fase storica ha fatto il resto. La domanda è: può un personaggio del mondo dello spettacolo avere una influenza decisiva sull’elezione di un presidente Usa? Davvero dovrebbe muoversi il Pentagono (piuttosto che gli addetti alla campagna, sempre alla ricerca di supporter di lusso per i propri candidati) per mettere in atto una Psyop? Tant’è che qualche settimana fa, la portavoce del Pentagono – Sabrina Swift (l’omonimia potrebbe essere un altro tassello della teoria del complotto?) – si è trovata a rispondere a una domanda sul coinvolgimento della cantante nella Psyop: «Queste teorie del complotto preferiamo ignorarle». Il motivo? La scelta di Taylor Swift come testimonial per Vote.org che, a sua volta, ha risposto che è del tutto normale per la più grande piattaforma indipendente d’America coinvolgere il più possibile i giovani e convincerli a recarsi alle urne (indipendentemente dalla scelta del loro candidato).

La sensazione è che l’ecosistema intorno a Trump voglia sfruttare la figura di Taylor Swift e contrario: se non la possono avere tra le proprie fila, tanto vale attaccarla per il fatto di stare dalla parte opposta. Ma tra le tecniche e strategie elettorali e l’affidabilità dell’informazione c’è di mezzo il mare.

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