Era scontato: la Commissione UE accende un faro su TikTok Lite

Il sistema "a premi" in base all'utilizzo rischia di creare dipendenza

18/04/2024 di Enzo Boldi

Ne avevamo parlato nella giornata di ieri, mercoledì 17 aprile, sottolineando come fossero elevati i rischi di creare (per meglio dire, acuire) la dipendenza dai social. Avevamo sottolineato come premiare economicamente (anche se con pochi centesimi di euro al giorno) la navigazione e le azioni su una piattaforma non avrebbe provocato solamente un incremento della cosiddetta “FoMO” (Fear of Missing Out) ma anche quell’effetto “Rabbit Hole” su cui la Commissione UE aveva aperto già un’indagine ai sensi del DSA. Previsioni che sono state confermate poche ore fa, dopo che la stessa Commissione Europea ha deciso di accendere un faro sulle caratteristiche della nuova app TikTok Lite, introdotta da ByteDance nel mercato europeo attraverso la Francia e la Spagna.

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Per chi si fosse perso gli approfondimenti sul tema, proviamo a fare una sintesi rapida: TikTok Lite è la versione più leggera di TikTok. Un’applicazione mobile – già disponibile in Giappone e Corea del Sud dall’autunno scorso e da qualche giorno anche in Francia e Spagna – che occupa meno spazio e consuma meno dati. Ma le problematiche individuate non sono a livello tecnico. Le criticità, che anche Giornalettismo aveva sollevato, sono legate alle modalità di lancio di questa nuova app: ogni giorno si possono accumulare delle monete virtuali (o token) che hanno un controvalore economico massimo pari a 36 centesimi al giorno. Il tutto è convertibile in buoni Amazon, carte regalo attraverso PayPal o in un controvalore da spendere durante le dirette su TikTok (l’azienda ha spiegato che questo “concorso” vale solo per i maggiorenni, ma qui entra in ballo il capitolo dell’age verification). Per conquistare il “bottino”, occorre visualizzare un certo numero (in termini di tempo) di video e compiere diverse azioni in app (mi piace o follow).

TikTok Lite finisce, inevitabilmente, nel mirino della Commissione UE

E proprio nel giorno in cui si sta dibattendo sul parere dell’EDPB sul modello “consent or pay” di Meta, ecco che è necessario accendere un faro anche sul modello “pay for views” di TikTok.

Per ora, c’è una richiesta di informazioni che scade proprio nella giornata di oggi. Poi TikTok avrà tempo fino al 26 aprile per fornire eventuali integrazioni. Perché nel mirino della Commissione UE c’è la tutela della salute mentale dei giovani che potrebbe essere messa ancor più a rischio da un sistema premiante che incolla – inevitabilmente – gli occhi degli utenti a un piccolo schermo.

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