I punti chiave della strategia nazionale 2024-2026 sull’AI

Il documento, presentato nei giorni scorsi, introduce alcuni degli aspetti che dovrebbero entrare a far parte del ddl AI

09/04/2024 di Enzo Boldi

In attesa che il governo colmi il ritardo accumulato – secondo le promesse dell’esecutivo stesso – nell’approvazione in Consiglio dei Ministri del ddl sull’intelligenza artificiale, il Dipartimento per la trasformazione digitale e l’Agenzia per l’Italia Digitale (AGID) hanno presentato la Strategia Nazionale sull’AI 2024-2026. Alcune parti di questo documento saranno sicuramente inglobale (come si evince anche dall’unica bozze trapelata, fino a ora) all’interno del disegno di legge che poi dovrà passare per l’approvazione del Parlamento.

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La Strategia Nazionale AI va a toccare alcuni punti che sono anche al centro delle idee del governo. È opportuno ricordare, infatti, che per tutto il 2024 il nostro Paese guiderà il G7 che ha al centro proprio i dibattiti intorno all’intelligenza artificiale. Stona, dunque, il ritardo dell’esecutivo nella presentazione al Parlamento della versione ufficiale del disegno di legge (di cui circola solo una bozza). Per ora, dunque, l’unico appiglio ufficiale per comprendere quali sono alcuni degli elementi strutturali per il futuro a breve termine è il documento presentato nei giorni scorsi dal Dipartimento per la trasformazione tecnologica e AGID.

Questa visione è fondamentale anche per comprendere l’interazione che ci sarà tra gli innovativi strumenti basati sul machine learning e i servizi offerti dalla Pubblica Amministrazione. Non è un caso, infatti, che il fulcro centrale ruoti attorno a questo.

Strategia Nazionale AI, i punti chiave del documento

Gli elementi chiave di questa Strategia Nazionale sono stati sintetizzati in dieci punti, suddivisi per sei aree di interesse. Si parte da uno dei temi che sembra stia rallentando la discussione in Consiglio dei Ministri: la creazione di una Fondazione per la ricerca scientifica sull’AI. L’obiettivo primario è quello di aiutare le aziende italiane – soprattutto le startup – a ottenere finanziamenti per lo sviluppo di LLM “made in Italy”. Insomma, il classico tema della sovranità digitale spesso decantato dal governo.

Poi, come detto, c’è il tema della relazione stretta che la Pubblica Amministrazione e l’intelligenza artificiale dovranno avere nei prossimi anni.

Si passa, dunque, ai temi legati all’imprenditoria e al ruolo centrale del comparto ICT italiano, parlando di sostegno all’ecosistema delle startup nostrane che si occupano di sviluppo di sistemi AI.

Per quel che riguarda la formazione dei giovani, si fa riferimento all’esigenza di insegnare nuove competenze legate anche all’intelligenza artificiali. Studi che non si basano solamente sul funzionamento tecnico, ma anche etico.

Poi si parla anche di infrastrutture, uno dei talloni d’Achille del nostro Paese. Perché se le intenzioni sembrano essere le migliori, all’atto pratico – solo per fare un esempio – l’Italia è ancora indietro per quel che riguarda la digitalizzazione (in linea generale) e per quanto concerne la realizzazione del piano per la Banda Ultralarga.

Infine, elemento che chiude i dieci punti della Strategia Nazionale AI, si parla del monitoraggio dello stato dell’arte attraverso una Fondazione.

 

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