Perché il ddl sull’intelligenza artificiale è in ritardo?
Il Sottosegretario Alessio Butti aveva detto che sarebbe arrivato entro la fine di marzo. Ma siamo ad aprile e per ora circola solamente una bozza
09/04/2024 di Enzo Boldi
Ad annunciare una scadenza non era stata la stampa, ma uno degli esponenti del governo. Anzi, quel Sottosegretario all’Innovazione – il vertice apicale del Dipartimento per la trasformazione digitale – che ha voce in capitolo sullo stato dell’arte dei lavori. Proprio Alessio Butti aveva detto che entro la fine del mese di marzo l’esecutivo avrebbe licenziato il cosiddetto “Ddl AI“, la prima legge italiana per regolamentare il settore dell’intelligenza artificiale. Siamo ad aprile inoltrato e quella data è stata di gran lunga superata. Ma delle discussioni in Consiglio dei Ministri su questo tema molto delicato (e molto attuale) non vi è una traccia ufficiale e, soprattutto, non si parla ancora di un voto.
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Nelle ultime ore, sono trapelati i contenuti di una bozza del ddl AI. Un testo ancora incompleto. Uno scheletro di una normativa che potrà essere modificata in Consiglio dei Ministri e con emendamenti parlamentari che saranno presentati (probabilmente) dagli schieramenti. Dunque, la strada sembra essere ancora molto lunga anche se era stato promesso che la procedura sarebbe stata piuttosto rapida e che si sarebbe arrivati a dama subito dopo l’approvazione finale dell’AI Act, il Regolamento Europeo sull’intelligenza artificiale. Approvazione arrivata quasi un mese fa.
Ddl AI, perché non è ancora stato approvato
Ma perché si sta ritardando? Detto che il temporeggiamento dovuto all’approvazione dell’AI Act non può rappresentare più una scusa, negli ultimi giorni sono emersi alcuni dettagli che stanno rallentando la presentazione ufficiale del disegno di legge italiano sull’intelligenza artificiale. In particolare, due sono i temi al centro delle riflessioni: la tutela del diritto d’autore e il contrasto ai cosiddetti “deepfake”. Eppure le linee guida su questi argomenti sono uno dei cuori pulsanti del nuovo Regolamento Europeo, quindi si potrebbe attingere da quel testo e recepire quelle parti integralmente.
La questione, però, potrebbe anche essere economica. Il Dipartimento guidato da Alessio Butti (in collaborazione con AGID), infatti, ha proposto – attraverso la Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale 2024-2026 – l’istituzione di una Fondazione per la Ricerca sull’intelligenza artificiale. Questa eventualità non sembra essere osteggiata da nessuno all’interno del governo, ma il fondo a supporto di questa iniziativa è al centro del dibattito. All’inizio si pensava di stanziare almeno un miliardo di euro, ma a oggi nella bozza non è presente alcun importo da destinare. E siamo ad aprile, con la scadenza già abbondantemente superata.