Facebook dice stop alle donazioni, ma non agli spam bot

Moltissime pagine e/o account ricevono ogni giorno messaggi-truffa su Messenger. Nonostante le segnalazioni, tutto prosegue come fosse la normalità

26/04/2024 di Enzo Boldi

Ci sono leggi e regolamenti da rispettare, oppure decisioni prese in quanto azienda privata. E su questi temi, non si può sindacare. Come sulla scelta di abbandonare – in Europa – gli strumenti per le campagne di raccolte fondi attraverso Facebook e Instagram a partire dal prossimo 1° luglio. C’è, però, qualcosa che non torna nell’atteggiamento di Meta: dopo aver esaltato e poi affossato il mondo dell’informazione, il cambiamento dei paradigmi interni alla piattaforma sono piuttosto evidenti. Ma in questo turbinio di modifiche, c’è una cosa che resta costante. Anzi, c’è una dinamica che è addirittura cresciuta nel corso degli ultimi mesi: gli spam bot su Facebook.

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Raccontiamo questa vicenda partendo proprio da ciò che accade, praticamente ogni giorno, alla pagina Facebook di Giornalettismo. Ogni mattina, prima della canonica riunione di redazione, facciamo un check sulle notifiche e i messaggi ricevuti nella notte attraverso la piattaforma. E tra i commenti degli utenti sui nostri articoli e i messaggi privati che riceviamo, ecco arrivare a una lunga sfilza di contenuti simili a questo.

Il messaggio poi prosegue, proponendo un link che – in realtà – non ha nulla a che fare con Facebook. Piccola nota: abbiamo lasciato il “nome” dell’utente che ha inviato questo messaggio perché non esiste più. La dinamica, infatti, è piuttosto banale: un account viene creato per spammare questi messaggi allarmistici e questi link (potenzialmente malevoli o truffa) e poi vengono cancellati.

Spam bot su Facebook, una piaga senza confini

E di esempi simili ce ne sono moltissimi. E non solo in italiano (anche se spesso si nota come la traduzione sia stata fatta con strumenti non propriamente adeguati).

Anche in questo caso, in calce al messaggio di questo spam bot su Facebook c’è un link che non ha nulla a che vedere con la piattaforma. D’altronde, come noto, il sistema di notifica di Meta sulle eventuali violazioni è differente e prevede l’apertura di finestre di pop-up con all’interno il dettaglio della presunta violazione delle regole.

Nonostante le segnalazioni quotidiane (compresi i tag su post dello stesso tenore), questo trend prosegue. E su Instagram il principio non è molto differente. Anche se con cadenza più ridotta, ci sono account di spam bot che “offrono” servizi per aumentare il numero di follower (dietro pagamento). Anche in questo caso, nonostante le procedure di segnalazioni, tutto prosegue senza sosta. Sembra proprio che Meta non abbia tra le sue priorità la lotta a questo fenomeno.

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