Cosa sono i siti UAIN?

Portali in cui vengono diffusi contenuti, non affidabili, generati con i sistemi di intelligenza artificiale. Un grande problema per la lotta contro la disinformazione

26/06/2023 di Ilaria Roncone

Pubblicano migliaia di “notizie” al giorno, centinaia e centinaia di contenuti sugli argomenti più disparati che vengono dati in pasto alla rete, cercando di raggiungere il maggior numero di utenti per poi passare all’incasso attraverso la monetizzazione pubblicitaria automatizzata (come quella di Google). Parliamo dei cosiddetti siti UAIN che, secondo le ultime analisi effettuate dagli esperti di NewsGuard sono in esponenziale aumento. Portali che “offrono” al lettore svariate tipologie di articoli che sembrano essere “giornalistici”, ma che – in realtà – sono generati completamente da strumenti di intelligenza artificiale non affidabili.

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Stando all’ultimo report di NewsGuard, molti dei siti UAIN sono foraggiati – inconsapevolmente – dai grandi marchi internazionali. Non per loro diretta responsabilità, ma per “colpa” dei grandi attori del mondo dell’adv online che (in modo automatizzato, come nel caso di Google AdSense) permettono l’inserimento di widget e banner pubblicitari all’interno di queste pagine. Dunque, innescando quel meccanismo di monetizzazione proporzionale in base al numero di visitatori su ogni singola pagina. Il tutto, ovviamente, va contro le policies stesse delle aziende del settore della pubblicità digitale.

Siti UAIN, cosa sono e perché vengono creati

Di cosa stiamo parlando? Si tratta di una dinamica online che si è innescata “grazie” al sempre più costante utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale generativa. Tecnologie basate su modelli di apprendimento automatico (come GPT – Generative Pre-trained Transformer) che sono, per definizione, inaffidabili. Basti pensare solamente al fatto che in alcuni casi si utilizzata ChatGPT che, come noto, è un chatbot i cui “aggiornamenti” sono fermi al 2021. Dunque, l’addestramento è fermo da due anni. Inoltre, questo sistema è inaffidabile e fallace, come dimostrato in diverse occasioni.

Ma cosa sono i siti UAIN? Partiamo dalla spiegazione di questo acronimo che sta per Unreliable Artificial Intelligence-Generated News (o Unreliable AI-Generated News): si tratta di notizie che sono generate attraverso strumenti di intelligenza artificiale non affidabili e pubblicate sui portali online. Spesso e volentieri parliamo non di “incidenti di percorso”, ma di una vera e propria strategia (rapida) per diffondere disinformazione e manipolare l’opinione pubblica attraverso contenuti falsi e ingannevoli. Ma c’è anche l’aspetto economico: in caso di “monetizzazione” – come segnalato da NewsGuard – molti di questi siti UAIN nascono proprio per intercettare gli introiti pubblicitari online. E la legge del mercato digitale insegna che – purtroppo – molto spesso gli utenti non si fermano alla qualità di un prodotto, ma alla quantità.

Come funzionano?

Il principio, dunque, sembra essere piuttosto chiaro: utilizzare l’AI per generare contenuti non fa altro che accelerare la “produzione” e, quindi, avere più contenuti per monetizzare. E il funzionamento è piuttosto semplice e snodabile in quattro punti fondamentali in questo processo:

  1. Generazione di contenuti. L’utilizzo di modelli di apprendimento automatico rende più snello il processo di creazione – anche in contemporanea – di contenuti “vendibili” sul mercato online. Ma lo stesso uso di modelli come GPT – quindi  addestrati su enormi quantità di testo provenienti dal web senza un’accurata verifica – rende quei contenuti fallaci e non veritieri.
  2. Veicolazione e diffusione. Dopo la creazione, occorre la fase di output, ovvero di pubblicazione di quegli stessi contenuti su portali. E questi siti, spesso e volentieri, hanno una interfaccia standard e affidabile, a volte ricalcando – non solo nel nome – layout di altre testate. Questo serve per cercare di “accreditarsi” di fronte al lettore e attirare un numero sempre più alto di visitatori e visualizzazioni.
  3. Manipolazione dell’opinione pubblica. E, in questo processo, non può non essere protagonista la disinformazione. Con i comandi (prompt) giusti, l’intelligenza artificiale generativa di uso comune può contribuire nella realizzazione di vere e proprie campagne basate sulle fake news, con risvolti anche sul cambiamento d’umore dell’opinione pubblica.
  4. Monetizzazione. Infine, i soldi. Perché tutto ciò viene fatto anche per monetizzare, visto che molti dei siti UAIN – anche quelli presi in esame da NewsGuard – sono pieni di banner pubblicitari che, di conseguenza, versano contributi economico-commerciali in modo proporzionale, in base alle visualizzazioni di ogni singola pagina.

Questo processo, dunque, è piuttosto semplice. E i numeri parlano chiaro. In un solo mese, infatti, gli esperti del team di NewsGuard ha visto crescere esponenzialmente il numero di siti UAIN presenti online: da 49 a 217.

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