Anche gli sceneggiatori si mobilitano “contro” l’intelligenza artificiale

Tra i motivi dello sciopero indetto dalla WGA in America c'è anche il rischio per la professione causato dall'emergere di strumenti basati sull'AI

21/05/2023 di Redazione Giornalettismo

Dopo gli artisti vivisi, gli interpreti e i musicisti, oggi anche gli sceneggiatori chiedono una regolamentazione dell’AI. Negli Stati Uniti, per esempio, c’è uno sciopero che sta proseguendo da due settimane a cui hanno aderito moltissimi iscritti all’associazione sindacale Writers Guild of America WGA. Si parla di contratti, salari e non solo: tra i temi al centro dell’attenzione c’è lo strapotere delle piattaforme di streaming e i possibili rischi per la professioni a causa dell’avanzata di strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Perché, già oggi, questi possono essere utilizzati. Pur non restituendo risultati adeguati in termini di qualità e originalità.

Sceneggiatori e AI, lo sciopero negli Stati Uniti

E che la professione di sceneggiatore sia tra quelle maggiormente a rischio lo conferma uno studio commissionata da OpenAI, l’azienda che ha creato e sviluppa ChatGPT. Anzi, questo mestiere è stato inserito all’interno delle categorie “completamente esposte”. Questo vuol dire che in futuro, non ora, molti sceneggiatori potrebbero essere sostituiti da strumenti basati sull’intelligenza artificiale. Ma si tratta di un pericolo reale? Ne abbiamo parlato con Giorgio Glaviano, Presidente di Writers Guild Italia.

Ma cosa ne pensano i cittadini dell’AI e dei suoi fratelli? Un sondaggio italiano ha messo in evidenza un aspetto: il 59% dei nostri concittadini chiede alla politica di regolamentare l’intelligenza artificiale. E nel resto del mondo? I i lavoratori risultano essere e sfiduciati rispetto all’utilizzo che la loro azienda potrebbe fare dell’AI.

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