Il sostegno degli sceneggiatori italiani ai colleghi Usa della WGA

Come si stanno organizzando gli sceneggiatori italiani in merito allo sciopero della WGA che ha dato via a un'onda di proteste nel mondo?

19/05/2023 di Redazione Giornalettismo

La Writers Guild of America ha iniziato, questo mese, uno sciopero che mette al centro una protesta contro le Big Tech e le loro logiche: in primis contro le piattaforme di streaming come Amazon Prime e Netflix, che con le loro logiche hanno messo in discussione tutto il sistema e i guadagni nel settore, e poi contro l’ingresso dell’AI nell’ambito della scrittura delle sceneggiature. Il sindacato italiano degli sceneggiatori italiani ha scelto di appoggiare i colleghi statunitensi esprimendo lo stesso livello di preoccupazione per queste tematiche e guardando a quello che accade oltreoceano con la massima attenzione.

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Il sostengo di WGI agli sceneggiatori negli Usa

Non appena lo sciopero è stato indetto, Giorgio Glaviano – presidente della Writers Guild Italia, ha reso noto come la divisione italiana stia seguendo con estrema attenzione quello che accade: «Abbiamo sperato fino alla fine che la frattura con i produttori Usa si sarebbe composta, ma così non è stato. Esprimiamo la nostra solidarietà ai colleghi della Wga, perché le loro lotte sono anche le nostre».

Quello che minaccia gli sceneggiatori – non solo Usa, ma in tutto il mondo – è il rischio di compensi sempre più bassi in un mondo in cui i diritti vengono rosicchiati passo dopo passo e in cui l’AI entra prepotentemente. Così come in moltissimi altri ambiti lavorativi che prevedono l’esercizio della scrittura, all’Intelligenza Artificiale, al suo sviluppo e alla sua diffusione – con conseguente sostituzione di determinate professioni e la perdita di molti posti di lavoro – si guarda con diffidenza. E se ne chiede la regolamentazione.

«Non vogliamo demonizzare gli streamer perché sono una grande occasione per gli sceneggiatori, ma vogliamo partecipare del successo. Non chiediamo quello che non ci spetta, ma se una cosa funziona, vogliamo avere un compenso commisurato»: in questa frase di Glaviano detta nel corso di un’intervista rilasciata ad AGI non appena lo sciopero è cominciato in Usa si sostanzia tutta la richiesta. Il punto è sempre quello: la maggior parte del mercato si è concentrato nelle mani di poche piattaforme gigantesche e tutta la ricchezza (e il potere decisionale che ne consegue) ha creato un ecosistema in cui i diritti dei lavoratori vengono minati sempre più. A questo si aggiunge la tecnologia e il rischio AI.

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