Dall’AI al Metaverso, ora c’è anche il concorrente di Twitter, e Meta ha rivisto la sua forza lavoro

I licenziamenti Meta e la riorganizzazione delle posizioni in azienda sono solo la punta dell'iceberg di un cambiamento profondo che parte dai progetti in cui si investe

16/05/2023 di Ilaria Roncone

Aumentano i progetti, diminuiscono i lavoratori. Non solo intelligenza artificiale e metaverso, ora anche il progetto per dare corpo al concorrente di Twitter, Barcelona. Cosa sta succedendo nel mondo di Meta e in che modo il disegno generale va a influire sulle professionalità che operano in questo contesto aziendale? Una cosa è certa: al di là delle assunzioni, con annunci specifici dedicati ai vari progetti e poco meno di 250 posizioni attualmente aperte, è sicuro che il piano dei massicci licenziamenti Meta ha portato alla perdita del posto di lavoro di moltissimi ex dipendenti.

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I tanti progetti di Meta

L’intelligenza artificiale di Meta, dicevamo. Sicuramente l’azienda sta investendo in questo ambito per competere con le altre Big Tech e creare prodotti all’altezza di questa gara su scala globale. Lo scorso marzo la managing director di Meta AI ha spiegato la filosofia che l’azienda ha scelto di adottare in questo ambito, inquadrando un progetto open source: «Per costruire sistemi con i più alti livelli di responsabilità, tutti devono poter convalidare i nostri risultati e basarsi sui nostri progressi».

Il programma di ricerca è ambizioso, si punta a un progetto autonomo che possa superare ChatGPT e l’intelligenza artificiale è entrata anche nel mondo della pubblicità. Di recente, Meta ha infatti annunciato di stare testando con un gruppo selezionato di inserzionisti una serie di tool generativi per creare testi e sfondi di immagini. Gruppo che aumenterà di numero il prossimo luglio.

L’AI ha a che vedere anche col metaverso, considerato che comprenderla meglio porterà a costruire altri mondi più facilmente secondo quanto ha condiviso Joelle Pineau (Vice President, AI Research di Meta e professore presso la McGill University): «Le future esperienze nel metaverso andranno oltre quanto è possibile ottenere attualmente e richiederanno progressi enormi in una serie di tecnologie. […] Se oggi possiamo scommettere sul metaverso è grazie agli investimenti a lungo termine che abbiamo fatto nell’IA quasi un decennio fa».

Meta punta tutto sul metaverso come spazio virtuale che avrà un impatto reale, quindi, e prova in ogni modo a salvare questo suo esperimento che – evidentemente – non è decollato come ci si aspettava: con 36 miliardi di dollari che già sarebbero stati spesi a partire dal rebranding e molto altro denaro in uscita nell’ambito metaverso, anche il numero di utenti che Meta stimava avrebbero invaso il metaverso e comprato i visori è nettamente inferiore alle aspettative (nella prima metà del 2023 l’obiettivo sarebbe raggiungere 500 mila utenti attivi ma, ad ora, quel numero risulta essere fermo attorno alle 200 mila unità; altro numero importante è quello degli affezionati, ovvero coloro che tornano in Horizon Worlds il mese successivo: per ora solo l’11% degli utenti lo fa e si punta, in questo anno, a far sì che sia il 20% delle persone a fare ritorno nella VR di Facebook).

Aumenta il lavoro ma anche i licenziamenti Meta

Il disegno sta cambiando, la società sta investendo in una direzione che mette la tecnologia e la realtà virtuale al centro. Il lavoro c’è, solo che cambiano le professioni e le professionalità necessarie – evidentemente sempre più legate all’AI e alla programmazione – e i vecchi dipendenti vengono lasciati indietro. L’ultimo piano di licenziamenti – ben 10 mila – è stato annunciato da Zuckerberg stesso all’inizio di marzo.

Con questa, che è stata la seconda ondata di licenziamenti, i lavoratori di Facebook sono passati da 86 mila unità a 65 mila unità. Le ragioni dietro il massiccio taglio di personale sono note: i licenziamenti sono stati inevitabili – sostiene il CEO di Meta – per migliorare le «prestazioni finanziarie dell’azienda in un momento difficile». Oltre a questo, sono state chiude 5 mila nuove posizioni che erano attive.

E tutto questo, occorre ricordarlo, nonostante i ricavi dell’ultimo trimestre del 2022 siano stati di oltre 700 milioni di dollari superiori a quanto stimato in precedenza. Quella che sembrava solo una riduzione di personale è diventata, alla fine, una rimodulazione dell’intero sistema con la retrocessione di alcuni manager e le posizioni aperte divenute disponibili per manager che ricoprono altre tipologie di ruolo.

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