Per Salvini il carabiniere di Napoli non doveva essere indagato

Un garantismo a giorni alterni. Potremmo riassumere così la posizione di Salvini sull’ultima tragedia che ha sconvolto Napoli e il Sud Italia intero. Protagonista, in negativo, della vicenda Ugo Russo, quindicenne ucciso nel corso di una tentata rapina ai danni di un carabiniere in borghese e della sua compagna. Un episodio che ha scatenato poi la violenta reazione dei parenti che hanno devastato il pronto soccorso dell’Ospedale Vecchio Pellegrini di Napoli. Una vicenda che non ha lasciato sicuramente indifferente Matteo Salvini che è tornato molte volte in questo weekend sulla vicenda.

Per il leader della Lega, anche se la “morte di un ragazzo di quindici anni” è sempre una tragedia il carabiniere non può di certo “passare per criminale”.  Il tema del resto è di quelli da manuale per la narrativa di Matteo Salvini che a lungo ha puntato sulla riforma della “legittima difesa”. Anche se nei post fiume di Salvini regna la confusione e si alimenta un malinteso che stupisce se agitato da un ex ministro dell’Interno.

Salvini lamenta infatti che il carabiniere venga indagato, confondendo un atto dovuto con una condanna. Di fronte a un episodio di sangue è scontato che in uno stato democratico e liberale una Procura indaghi, senza che questi atti si debbano automaticamente trasformare in una condanna. È  un atto di “garanzia” che tutela anche il carabiniere coinvolto. Per Salvini invece lo Stato non dovrebbe nemmeno avviare le indagini. Il normale corso della giustizia è equiparato a una vera e propria “follia”. Di fronte a un fatto di sangue che vede coinvolto una forza dell’Ordine per il leghista non ci dovrebbe essere nessun approfondimento da parte della magistratura. L’ennesima provocazione demagogica volta a ottenere qualche like in più. L’ennesima “boutade” che dissolve con un post secoli di civilità giuridica.

Share this article