Instant Articles: non interessano agli utenti e non piacciono agli editori. Ecco perché Meta li abbandona

Il sistema di fruizione degli articoli progettato da Meta sembra ormai poco al passo coi tempi

19/10/2022 di Giordana Battisti

A sette anni di distanza dall’annuncio degli Instant Articles, Meta sembra pronta ad abbandonare questa funzionalità di Facebook. Lo ha riferito Axios, riportando le informazioni riferite da un portavoce di Meta: «Come azienda non ha senso investire eccessivamente in aree che non si allineano con le preferenze degli utenti».

Cosa sono gli Instant Articles?

Si tratta di un sistema di fruizione degli articoli progettato da Meta per sostenere gli editori che utilizzano i social per diffondere i propri contenuti e che possono decidere se utilizzarlo o no. Instant Articles consente ai link di notizie pubblicati sui siti Web dei giornali online di aprirsi in un formato più rapido da caricare e in una modalità di visualizzazione ottimizzata per l’applicazione per dispositivi mobili di Facebook. Gli utenti di Facebook possono aprire il link senza essere reindirizzati sul sito Web esterno a Facebook che ha pubblicato quel link, il che consente di ridurre notevolmente i tempi di attesa e di fruire in modo immediato di quel contenuto. Meta ha affermato che attualmente Instant Articles è utilizzato da 37 mila pagine Facebook e che gli utenti di Facebook sono più invogliati a cliccare sui link agli articoli se sono in questo formato.

Meta sostiene però che gli utenti non siano molto interessati a vedere contenuti politici e contenuti giornalistici sui loro feed e che trascorrono molto più tempo a guardare contenuti video, come Reels e Stories. La decisione di Meta di abbandonare Instant Articles a partire da aprile 2023 si deve anche a queste tendenze degli utenti.

La reazione degli editori

Dopo aprile, gli utenti di Facebook non potranno più aprire un link a un articolo e leggerlo restando sull’applicazione di Facebook ma verranno reindirizzati ai siti Web degli editori. Instant Articles è stato lanciato negli Stati Uniti nel 2015 e nel Regno Unito l’anno successivo ma a pochi anni dal lancio alcuni editori hanno dimostrato di non apprezzarlo. Il quotidiano britannico Guardian, per esempio, aveva iniziato ad utilizzarlo ma poi l’editore ha deciso che sarebbe stato più utile indirizzare i lettori sul proprio sito anche per «portare il pubblico nell’ambiente di fiducia del Guardian e supportare la costruzione di relazioni più profonde con i nostri lettori», aveva detto un portavoce del quotidiano. Anche il quotidiano statunitense New York Times ha smesso di utilizzare Instant Articles nel 2017 dopo essersi reso conto che questo sistema non assicurava dei guadagni migliori.

Il responsabile dei social media e del coinvolgimento di Reach, Dan Russell, ha spiegato a PressGazette che ci sono vari motivi per cui il formato Instant Articles non è più all’avanguardia. Anzitutto, Facebook ha cambiato la sua politica sulla privacy di recente e questo ha impedito di mostrare il formato agli utenti che rifiutano il tracciamento dei dati. Inoltre, i siti Web hanno cercato in questi anni di innovarli e di lavorare sulla velocità di caricamento degli articoli e degli altri contenuti. Il consulente di social media Matt Navarra ha detto a PressGazette di sospettare «che la maggior parte degli editori non verserà una lacrima per scomparsa di Instant Articles».

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