Perché Meta è costretta a vendere Giphy

Dopo un lungo tira e molla con le autorità britanniche, l'azienda è stata obbligata a procedere alla cessione

19/10/2022 di Enzo Boldi

Una decisione arrivata obtorto collo, al termine di un lungo contenzioso durato oltre due anni. Alla fine, dunque, Meta sarà costretta a vendere Giphy, quella piattaforma – un vero e proprio database – di gif animate molto utilizzata dagli utenti (soprattutto per condivisioni su social network come Snapchat, TikTok e Twitter, concorrenti di Instagram e Facebook). A sancire questo obbligo è stata una controversia iniziata nel 2020 – subito dopo l’annuncio dell’offerta da 400 milioni di dollari – con l’Antitrust del Regno Unito che ha evidenziato come questa acquisizione confermasse un fattore già noto: una sorta di monopolio di Meta (all’epoca era ancora Facebook) nel mondo dell’economia delle piattaforme digitali.

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Come spiega la Reuters, il tribunale ha dato ragione alle mozioni dell’organismo di controllo della concorrenza del Regno Unito che ha posto l’accento sulla posizione predominante di Meta che, con le sue continue acquisizioni (in passato, per esempio, venne anche contestato l’acquisto di Whatsapp), annienterebbe il potere commerciale ed economico della concorrenza. Insomma, si parla di un vero e proprio monopolio. Anzi, di un atteggiamento monopolizzante. E alla fine, dopo un lungo tira e molla, Meta ha deciso di vendere quel database acquistato nel 2020 dopo un’offerta da 400 milioni di dollari.

Giphy sarà venduta da Meta, i motivi di questa “decisione”

Ovviamente, l’azienda di Menlo Park non ha preso benissimo la decisione. Alla fine, però, ha ceduto e si è detta pronta non solo a cedere Giphy, ma anche a collaborare con la CMA (l’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati) per procedere con l’epilogo di quell’accordo sancito oltre due anni fa: «Siamo delusi dalla decisione della CMA, ma accettiamo la sentenza di oggi (ieri, ndr) come ultima parola su questa questione. Lavoreremo a stretto contatto con la CMA sulla cessione di Giphy». Alla fine, dunque, si è scelto di non proseguire una battaglia legale che, probabilmente, sarebbe stata persa.

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