Il tribunale del Regno Unito ha (per ora) impedito a Meta di vendere forzatamente Giphy

«Abbiamo deciso di riconsiderare la nostra decisione alla luce di questa scoperta»

19/07/2022 di Clarissa Cancelli

Il Competition Appeal Tribunal del Regno Unito ha ordinato alla Competition and Markets Authority (CMA) di rivedere la decisione che forza Meta a vendere Giphy. «Abbiamo deciso di riconsiderare la nostra decisione alla luce di questa scoperta», ha detto un portavoce dell’Autorità, aggiungendo che l’agenzia spera di completare il processo entro tre mesi. A riportarlo è engadget.

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Dal Regno Unito arriva a Meta lo stop alla vendita forzata di Giphy

Il CAT ha respinto cinque dei sei motivi di impugnazione. L’unico punto a favore di Meta riguardava la mancata consegna di documenti sulle informazioni confidenziali di terze parti. La CMA non ha comunicato l’acquisizione di Gfycat da parte di Snapchat, limitando le possibilità di difesa. Per rimediare all’errore, la CMA deve rivedere la sua decisione e consentire a Meta di accedere alla documentazione. Finché non verrà conclusa la revisione dell’indagine, l’azienda di Menlo Park non sarà costretta a vendere Giphy. L’ordine è stato, infatti, sospeso. «La sentenza odierna ha rilevato che l’approccio della CMA alla sua indagine era “difficile da difendere” e “mina la totalità della decisione” – ha dichiarato un portavoce di Meta -. Non vediamo l’ora di capire come verranno risolti questi gravi difetti di processo. Crediamo fermamente che il nostro investimento migliorerebbe il prodotto Giphy per i milioni di persone, aziende e partner che lo utilizzano».  Meta (allora Facebook) aveva acquistato la società diventata leader a livello mondiale nel florido mercato delle GIF. L’intenzione  era quella di ampliarsi in questo settore, riuscendo a inglobare all’interno del proprio gruppo anche questa azienda molto particolare, che stava fiorendo sul mercato delle comunicazioni attraverso app di messaggistica. Il garante del mercato aveva imposto la cessione della compagnia. «Richiedendo a Facebook di vendere Giphy – aveva detto Stewart McIntosh, che ha guidato la commissione indipendente che ha indagato sull’acquisizione -, proteggiamo milioni di utenti dei social media e promuoviamo la concorrenza e l’innovazione nella pubblicità digitale». Stando alle motivazioni dell’Antitrust britannica, infatti, l’acquisizione di Giphy da parte di Facebook sarebbe stata strategica. Grazie a questa manovra, Facebook riusciva, infatti, a intercettare anche utenti provenienti da altre piattaforme che, magari, volevano adoperare – via TikTok o via Twitter, ad esempio – lo strumento di comunicazione della GIF (e Giphy, come abbiamo detto, è leader in questo settore).

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