Le sfide che l’Italia dovrà affrontare nella sua presidenza del G7 sull’intelligenza artificiale
Il 2024 sarà l'anno in cui il nostro Paese guiderà il forum intergovernativo. E il tema al centro delle discussioni sarà inevitabilmente quello legato all'AI
30/10/2023 di Enzo Boldi
La presidenza del G7 guidata dall’Italia sarà all’insegna dell’intelligenza artificiale. Dopo le fondamenta poste nel corso dell’anno trainato dal Giappone – durante il quale sono stati scritti gli 11 punti contenuti all’interno del cosiddetto “Hiroshima AI process” -, il nostro Paese sarà chiamato (come turnazione naturale) a essere il capostipite delle sfide che dovranno essere affrontate a livello internazionale su un tema che rappresenta il presente e il futuro. Perché, almeno per il momento, i vari Paesi sono andati in ordine sparso, approvando (non in tutti i casi) normative e regolamenti interni. Ovviamente, però, quando si parla di tecnologia e digitale occorre una visione globale. Anche delle problematiche da dirimere.
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Non è un caso, infatti, che nel corso delle ultime settimane moltissimi rappresentanti del governo si siano dilettati nel commentare il mondo dell’intelligenza artificiale. Dal Presidente del Senato Ignazio La Russa alla Ministra delle Riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati, passando per il capo del Dicastero delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, per arrivare ai sottosegretari con delega all’Innovazione Tecnologica (Alessio Butti) e all’Informazione e all’Editoria (Alberto Barachini). Dunque, anche l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si sta mettendo al centro del dibattito. Anche se non con una linea di pensiero unica, al netto di dichiarazioni di rito sulla valutazione dei rischi e dei benefici.
Presidenza G7 Italia, le sfide sull’intelligenza artificiale
Al netto delle parole, ci sono azioni dirette che mostrano come la rincorsa (in ritardo, come accade un po’ ovunque) alla ricerca di analisi sull’intelligenza artificiale sia partita con l’istituzione di due Comitati. Il primo, guidato dall’ex Presidente del Consiglio (nonché già Presidente della Corte Costituzionale) Giuliano Amato, si occuperà degli algoritmi e dei problemi che l’AI potrebbe provocare al mondo dell’informazione e dell’editoria. Il secondo, invece, fa riferimento al Dipartimento dell’Innovazione Tecnologica e avrà il compito di redigere (entro la fine di gennaio del 2024) una relazione analitica sugli strumenti di intelligenza artificiale.
La posizione del governo sull’AI
Dunque, la Presidenza G7 Italia vedrà al centro ls sfide del presente con riflessi sul futuro più prossimo. Perché oltre alla conferma degli 11 punti dell’Hiroshima AI process, si dovranno implementare – anche dal punto di vista “normativo” – tutte le conseguenze di un allargamento di strumenti di intelligenza artificiale su vari ambiti: dal mondo produttivo a quello meramente lavorativo, passando per l’editoria e arrivando fino alla Pubblica Amministrazione. E, stando ai piani del governo, la città di riferimento dovrebbe essere Torino (dove si stanno ultimando le procedure per la realizzazione del Centro di intelligenza artificiale nazionale).
«La volontà di Giorgia Meloni di porre 1’intelligenza artificiale tra i temi del G7 che si terrà in Italia nel 2024 sarà per tutti noi un banco di prova, un’occasione importante attraverso la quale verificare la nostra attitudine, la capacità dell’Italia come sistema Paese, di stare sulla scena internazionale, di contare e di contribuire fattivamente non solo al confronto portato al più alto livello possibile, ma anche alla definizione delle soluzioni più avanzate, sostenibili e condivise».
Queste le parole del Sottosegretario con delega all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti in una lettera inviata nelle scorse settimane e Milano Finanza. Un banco di prova che si baserà sulle relazioni dei due Comitati: quello sugli algoritmi e il mondo dell’editoria e la task force sull’intelligenza artificiale. Il tutto, ovviamente, ricordando come l’Europa si appresta – non appena saranno conclusi i tavoli negoziali – a far entrare in vigore l’AI Act. E non è un caso che parte dei princìpi alla base del codice di condotta Hiroshima AI Process faccia riferimento a paletti già individuati dal Regolamento Europeo approvato lo scorso 14 giugno.
(Foto IPP/Gioia Botteghi)