Avevamo proprio bisogno di una task force sull’AI in Italia?

Il sottosegretario all'Innovazione tecnologia, Alessio Butti, ha scelto i 13 nomi. In attesa dell'AI Act

26/10/2023 di Enzo Boldi

Nei giorni scorsi abbiamo parlato del Comitato sugli algoritmi, istituito presso il Dipartimento per l’Informazione e l’Editoria, guidato da Giuliano Amato e che si occuperà di studiare gli effetti dell’intelligenza artificiale sul mondo dell’editoria. Ed ecco che, a stretto giro di posta, il governo italiano ha dato vita a un nuovo Comitato, con i nomi scelti dal sottosegretario all’Innovazione Tecnologica Alessio Butti. Se nel primo caso c’è un focus specifico sull’analisi dei rischi relativi al mercato dell’informazione, la task force sull’AI ha un obiettivo molto diverso che, però, segue le orme di iniziative già prese in passato. Il tutto aspettando l’AI Act.

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Lo stesso Butti, annunciando la firma del decreto con le nomine dei 13 componenti scelti, ha spiegato che si tratterà di un Comitato per la strategia sull’Intelligenza Artificiale il cui lavoro – come accadrà anche per quello presieduto da Giuliano Amato – sarà a termine: gli esperti (tra accademici e ricercatori in molti ambiti, tra il tecnologico, il digitale e il legale) avranno tempo fino al 31 gennaio del 2024 per stilare alcuni punti chiave da consegnare al governo per un intervento legislativo. Mentre sullo sfondo, proprio in quei mesi, dovrebbero arrivare conferme sull’entrata in vigore del pacchetto di regole europee sull’intelligenza artificiale.

Task Force AI, i nomi scelti dal sottosegretario Butti

Da chi sarà composta la task force AI per analizzare gli scenari in vista di un’azione legislativa italiana? I nomi presenti nel decreto firmato da Alessio Butti sono:

  • Gianluigi Greco (coordinatore), Presidente di AixIA (associazione italiana per l’Intelligenza Artificiale) e professore di informatica all’Università della Calabria;
  • Viviana Acquaviva docente al Physics Department del Cuny Nyc College of Technology e al Cuny Graduate Center e astrofisica esperta di machine learning e AI;
  • Paolo Benanti, esperto di etica digitale, docente alla Pontificia università gregoriana, nonché consigliere di papa Francesco sull’intelligenza artificiale;
  • Guido Boella, Prorettore dell’Università di Torino;
  • Marco Camisani Calzolari, divulgatore scientifico;
  • Virginio Cantoni, professore emerito presso l’Università di Pavia;
  • Maria Chiara Carrozza, presidente del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR) ed ex Ministra dell’Università e della Ricerca;
  • Rita Cucchiara, docente presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia;
  • Agostino La Bella, professore ordinario di Ingegneria economico-gestionale all’Università Tor Vergata di Roma;
  • Silvestro Micera, docente presso l’Ecole polytechnique fédérale de Lausanne;
  • Giuliano Noci, professore di Strategia e Marketing al Politecnico di Milano;
  • Edoardo Carlo Raffiotta, professore di Diritto costituzionale presso l’Università di Milano Bicocca;
  • Ranieri Razzante, docente di Tecniche e regole della cybersecurity all’Università di Napoli Suor Orsola Benincasa.

Tredici personalità che, dunque, avranno pochi mesi per delineare una bozza di strategia sull’intelligenza artificiale e consegnarla al governo.

Ma servirà a qualcosa?

Come sottolineato all’inizio di questo articolo, il Comitato sugli algoritmi e la task force AI di Butti non sono la stessa cosa, anche se vanno a toccare con mano i rischi correlati alla diffusione di strumenti di intelligenza artificiale. Ma serve veramente a qualcosa? Considerando che l’Italia dovrà recepire e uniformarsi al regolamento AI Act (che, comunque, dovrebbe entrare in vigore massimo per l’inizio del 2025), appare piuttosto non contestuale l’apertura di una nuova fase di indagine per tracciare una strategia nazionale sull’intelligenza artificiale. Inoltre, già nel 2018 – governo Conte-1 – l’allora Ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio diede vita a un comitato simile. Sono passati anni, ma la relazione di quella ricerca (di cui hanno fatto parte anche alcuni esperti nominati anche oggi) non ha mai portato a nulla. Si riparte, nuovamente, da zero. Professionisti ed esperti chiamati a costituire un Comitato il cui lavoro, probabilmente, sarà “inutile” e soppiantato dall’AI Act.

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