Davanti alla Pecora Elettrica, tutto il bene del mondo intona Bella Ciao

C’è un popolo, c’è una città, c’è un quartiere che non si arrende davanti a qualsiasi tipo di censura nei confronti della cultura. Dopo il secondo incendio nel giro di sette mesi alla libreria-caffetteria La Pecora Elettrica, in via delle Palme a Centocelle, una marea di persone è scesa in piazza con un gesto spontaneo di solidarietà nei confronti dei gestori del locale e di quello che rappresenta per il quartiere periferico di Roma.

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Pecora Elettrica, centinaia di persone in strada per esprimere solidarietà

E non poteva che essere Bella Ciao la colonna sonora di una serata che è stato un vero e proprio toccasana per l’ambiente dopo le assurde vicende che hanno colpito il locale. Dopo il rogo del 25 aprile, è arrivato anche un altro incendio – quello della notte tra il 5 e il 6 novembre – a interrompere nuovamente i sogni dei gestori del locale. Che avrebbe dovuto riaprire proprio oggi, in seguito al primo attentato.

Bella Ciao, canzone di resistenza per opporsi a questo vero e proprio attacco alla cultura. Un attacco che si fa fatica a riconoscere, con la sindaca di Roma Virginia Raggi che, nel tweet che voleva essere di solidarietà, riesce persino a instillare il dubbio che non si sia trattato di un incendio appiccato da terzi («Se l’ipotesi dolosa dovesse essere confermata»).

Pecora Elettrica, cosa è successo ieri sera

L’ondata di persone che ieri, come un fiume in piena e spontaneamente (centinaia di persone, in un andirivieni in cui era impossibile fare statistiche e mettere insieme numeri certi sulla partecipazione), si è radunata davanti alla Pecora Elettrica ha toccato le corde dei gestori. Che, tuttavia, al momento, si dicono molto provati dall’accaduto. E si prendono qualche giorno di riflessione, pur non facendo mancare il loro ringraziamento alle tante persone che hanno voluto dimostrare affetto e vicinanza nelle ultime ore.

La Pecora Elettrica è diventata il simbolo di una nuova resistenza, dunque. Quella che tutte le persone per bene dovrebbero approntare in questa epoca difficile. Quella che ha i libri come scudo e la fame di informazione come arma. In un’epoca in cui si preferiscono i roghi, vili e anonimi, esistono anche queste manifestazioni di odio. Ci concentriamo tanto sugli haters del web (molto spesso anche loro sono vili e anonimi) e quasi ci stupiamo che, a volte, i comportamenti virtuali trovano corrispondenza anche nella realtà. Le parole fanno male. L’odore acre della benzina sui libri fa ancora più male.

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