NFT è la parola dell’anno secondo il Collins Dictionary

La grande influenza del digitale nel linguaggio è evidente nella classifica dei termini più utilizzati quest'anno fatta dal Collins Dictionary

24/11/2021 di Ilaria Roncone

La parola dell’anno del Collins Dictionary – dizionario in lingua inglese sia cartaceo che online pubblicato da HarperCollins a Glasgow – è NFT. Gli ormai famosi token non fungibili (se ne avete sentito parlare in inglese saranno stati chiamati non-fungible token) hanno segnato senza dubbio un record in questo fine 2021: l’utilizzo dell’abbreviazione NFT nel corso di quest’anno è aumentato di più dell’11.000%. Alex Beecroft del Collins Dictionary ha definito «insolito» il fatto che un’abbreviazione sperimenti un così massiccio incremento nel suo utilizzo.

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NFT è la parola dell’anno per il Collins Dictionary

Gli NFT sono certificati che attestano il possesso di un bene digitale – da un meme a un tweet passando per un video – che si è acquistato, ottenendo a tutti gli effetti i diritti su di esso. Pezzi digitali come pezzi di arte, in sostanza, a partire dal famoso video di Charlie Bit My Finger – di cui abbiamo precedentemente parlato – fino alla copertina di Vanity Fair con Elodie.

Dalla vendita di NFT sono molte le persone che hanno ottenuto parecchio denaro (a partire dalla famiglia della bimba schifata protagonista del meme). «Se NFT avrà un’influenza duratura è ancora da determinare, ma la sua improvvisa presenza nelle conversazioni di tutto il mondo la rende chiaramente la nostra parola dell’anno», ha chiarito Beecroft, togliendo spazio a ogni ragionevole dubbio sul record segnato da questa abbreviazione.

Ci sono altri termini tecnologici nella lista di Collins

Tra le parole che fanno parte della lista fatta da Collins ce ne sono altre che fanno riferimento all’ambito tech: “crypto“, la forma abbreviata di criptovaluta e “metaverso“, la parola che identifica il mondo virtuale tridimensionale verso cui tutte le big tech stanno tendendo – a partire dall’ex Facebook, ora Meta -. Altre tra le parole più cercate – come segnala BBC – compaiono anche: “climate anxiety“, in riferimento alla preoccupazione crescente delle persone per il cambiamento climatico che le grandi potenze non stanno affrontando nel modo giusto; “cheugy“, che è un termine gergale usato dalla gen Z per fare riferimento ai Millennials classificando i loro trend come qualcosa che è ormai fuori moda; “neopronoun“, che riflette l’inclusività verso cui il mondo tende e che classifica quelle parole che fungono da pronomi ma, a differenza di lei e lui, non connotano nessun genere.

Rispetto al 2020 il registro cambia, considerato che la parola dell’anno era stata “lockdown” – piena espressione della pandemia da coronavirus che ha colpito tutto il mondo -. Il Covid, comunque, rimane presente quest’anno: ci sono “pingdemic”, “hybrid working” e “double-vaxxed”.

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