C’è Elodie sulla prima copertina NFT di Vanity Fair venduta per 25 mila dollari

Il settimanale ha venduto la sua prima copertina NFT dando il ricavato in beneficienza a favore della onlus Pangea

22/09/2021 di Ilaria Roncone

Ad annunciare la prima copertina NFT Vanity Fair sono stati sia il giornale che Elodie tramite i suoi profili social. Il numero in edicola da oggi prevede – come scrive Elodie su Instagram – «per la prima volta, una cover di @vanityfairitalia che sarà anche un NFT, un’opera d’arte digitale». I Non-Fungible Token stanno entrando in tutti i mondi creativi, dall’arte alla fotografia passando per la stampa, e anche l’Italia – compresa la Coppa Italia – sta facendo la sua parte.

 

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La prima copertina NFT Vanity Fair venduta per 25 mila dollari

«Abbiamo già trovato un compratore – ha annunciato Elodie – che ha scelto di acquistarla per la cifra di 25.000 dollari». Il denaro ottenuto tramite la vendita dell’a copertina con la cantante – che è stata creata in collaborazione con la startup Valuart – verrà devoluto in beneficienza a Pangea. Si tratta della Onlus il cui nome ha iniziato a circolare maggiormente sui media main stream italiana a partire da agosto poiché si occupa dell’assistenza alle donne afghane giunte in Italia.

Questa immagine di Elodie, quindi, segna la storia del settimanale italiano e lo proietta nel futuro della tecnologia e dell’editoria, direttamente nel mondo degli NFT. A intervistarla, per l’occasione, è stato il direttore Simone Marchetti, che ha sottolineato come – ancora – «quando si pensa a un NFT il primo errore sta nel non capire che il digitale è reale». I beni digitali, nonostante possa sembrare ancora assurdo, si possono possedere in maniera esclusiva e l’NFT è proprio un contratto che stabilisce questa proprietà e l’autenticità del bene digitale posseduto.

Marchetti – e di riflesso Vanity Fair – riconoscono il valore degli NFT e del digitale, sottolineando come siano da considerare in maniera imprescindibile. Parlando di digitale che diventa reale «il nostro compito è comprenderlo, forse indirizzarlo, sicuramente non sottovalutarlo. Perché oggi, come nei primi anni del Duemila, non è importante cosa sembra impossibile, ma quando, come e perché sarà possibile».

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