Il meme della bambina schifata, venduto come NFT, vale 76 mila dollari

Il celebre meme della bambina schifata è diventato, come era prevedibile, un NFT che ha fatto guadagnare parecchi soldi alla famiglia della piccola

27/09/2021 di Ilaria Roncone

Tutti la conoscono e tutti, almeno una volta, si sono trovati in una situazione che gliel’ha ricordato. Il meme bambina schifata è diventato un NFT ed è stato venduto per ben 76 mila dollari (per la precisione 6.377,50 dollari). La bambina protagonista si chiama Chloe Clem e la fotografia è stata scattata otto anni fa, quando la piccola aveva due anni. Come molti altri meme diventati famosi negli anni e riconoscibili dalla maggioranza delle persone che stanno sui social – ad esempio il video di Charlie bit my finger -, anche Side Eyeing Chloe è stato venduto per parecchie decine di migliaia di dollari che sono finiti nelle tasche della famiglia della bimba.

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Il meme bimba schifata vale più di 76mila dollari

La famiglia della bambina, la cui espressione è diventata così famosa da finire su magliette e adesivi per paraurti, ha incassato una bella somma. Ad acquistare il meme è stata 3F Music – come riferisce BBC -, una società di produzione musicale con sede a Dubai. La fotografia è diventata famosa nel 2013 ed è tratta da un video nel quale la mamma dice alla piccola protagonista e a sua sorella che quel giorno non andranno a scuola ma a Disneyland.

Se da un lato la sorella di Chloe scoppia a piangere per la gioia dopo la notizia, la bimba di due anni assume quell’espressione – rimanendo imperturbabile e, anzi, sembrando quasi schifata – che fa ridere chiunque veda la clip. Il meme è stato venduto in occasione del 16esimo compleanno della sorella della protagonista – che ora ha dieci anni – e la famiglia è rimasta comprensibilmente entusiasta: «È stato un grande, grande giorno – ha detto Katie Clem, la mamma delle bambine, al Washington Post – è stata una cosa davvero divertente da fare come famiglia. In realtà ci ha avvicinato molto nelle ultime settimane in cui abbiamo cercato di capire tutto».

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