Musica nei reel: «Il processo di rimozione è iniziato un paio di mesi fa», intervista a Annalisa Benellini
Abbiamo chiesto l'intervento di Annalisa Benellini, esperta di marketing digitale, per fornire un contesto a ciò che sta succedendo tra Siae e Meta
17/03/2023 di Ilaria Roncone
Quali sono le implicazioni di quello che sta accadendo tra Siae e Meta? Gli effetti li vediamo molto bene, con il caos totale che stiamo sperimentando nella giornata di oggi. Tra comunicazioni di Siae e note di Soundreef, abbiamo sperimentato anche come fare a porre rimedio all’assenza di musica in tutti quei reel già pubblicati. Per capire un po’ quello che sta succedendo e le possibili implicazioni – almeno allo stato attuale delle cose – abbiamo interpellato Annalisa Benellini, esperta di marketing digitale, rispetto al presente e al futuro più prossimo della musica nei reel.
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Musica nei reel, le avvisaglie di ciò che stava per accadere c’erano
«Questo provvedimento era già partito», spiega Benellini ai microfoni di Giornalettismo sottolineando come lei e i creator che segue avessero già riscontrato problemi un paio di mesi fa. «Si tratta di una cosa già successa: mi sono ritrovata con contenuti di miei clienti e miei contenuti privi di musica. Instagram ti chiedeva proprio di sostituire l’audio perché quella musica andava a violare i copyright. Non è una cosa di oggi».
«Il processo di rimozione era iniziato un paio di mesi fa, infatti tanti creator avevano inserito “come sostituire la musica”, che può funzionare quando si tratta di un contenuto con solo base musicale. Per quello con base musicale e voice-over, però, è penalizzante: la piattaforma ti permette di sostituire solo l’audio, il voice-over è perso», spiega l’esperta di marketing digitale sottolineando come – oggi – i problemi maggiori li stiano vivendo i creator che sfruttano il meccanismo super premiato dalla piattaforma del voice-over sopra una traccia musicale.
«Il mio consiglio, per i creator, è quello di inserire sempre il sottotitolaggio»
Un salvagente importante – per i creator che finora ne hanno fatto utilizzo – sono i sottotitoli: «Il mio consiglio per i creator è sempre quello di inserire il sottotitolaggio. Perché comunque, per quanto si siano persi i contenuti, c’è una possibilità di replica che – essendoci il sottotitolo – è più facile per il creator andare a recuperare. Altrimenti è proprio perduto. Contenuti fatti un anno fa, se tutto viene rimosso, anche ricordarsi ciò che è stato detto è complicato ed è un peccato perché si perde la possibilità di replicare un contenuto venuto molto bene quando anche una virgola o un gancio sbagliati possono far ottenere un effetto diverso».
Non tutto è perduto, comunque
A ben vedere, non è vero che non è più possibile inserire la musica nei reel «Ho fatto delle prove oggi – ha spiegato la studiosa di marketing digitale – e la musica, in realtà, può essere applicata con degli escamotage: è vero, nella libreria di Instagram e Facebook la musica non è presente, quindi nel momento in cui vado a inserire un audio, questo audio non si trova. Vero anche, però, che con delle app esterne – ma anche con la piattaforma stessa nella creazione del reel – permettono di esportare degli audio da altre clip. Banalmente una persona potrebbe registrare una musica di suo interesse, inserirla nel reel stesso (quindi con il voice-over); ovviamente non sarà indicata la musica – quindi l’audio non sarà presente nella libreria dei reel e di conseguenza la viralità sarà più difficile – ma se l’interesse è proprio quella canzone precisa in quello stacco preciso, si può utilizzare in questo modo»
Si tratta di un modo per aggirare questo mancato accordo tra Siae e Meta venendo fuori dal meccanismo della viralità così imposto dai social: «C’è un’altra possibilità però, perché tendo sempre a guardare il positivo, cioè che quell’audio originale – perché tale verrà nominato – venga preso, salvato e utilizzato da altri creator. Così c’è la possibilità di crescere di più come creator usando un audio originale piuttosto che utilizzando l’audio di un autore, paradossalmente», conclude Benellini.
Quanto durerà questo stallo tra Siae e Meta?
«Non sarà una cosa duratura perché non va a colpire solo i piccoli creator ma, su larga scala, tutti i profili (aziende e influencer che hanno, ovviamente, un peso diverso). Nella realtà, secondo me, potrebbe essere il modo di far crescere quei piccoli profili che, nel tentativo di cercare la viralità, sono sempre molto allineati con i contenuti rispetto a ciò che fanno gli altri. Può essere un modo per creare delle alternative diverse che facciano emergere più persone». Una sorta di modo perché sia il creator ha dettare al social il meccanismo di viralità e non viceversa, come è sempre stato. Ci troviamo, quindi, in un momento di inversione di ruoli. Chi ne beneficia? Sicuramente il contenuto.
«Il rischio è sempre che, cercando la viralità, si utilizzano determinati contenuti musicali senza guardare al contenuto che si sta producendo. Adesso c’è la possibilità di guardare un po’ più al contenuto, un po’ meno alla musica che c’è sotto». Può essere l’occasione per spingere a una maggiore creatività di più persone e, quindi, portare contenuti migliori.
E il disaccordo tra Siae e Meta? Presto dovrebbe diventare un accordo, secondo Benellini, perché «i social fanno oggi ciò che la tv faceva prima, certe canzoni sono state lanciate per via dell’utilizzo sui social, quindi… ». Prima associavi una musica a una pubblicità, oggi associ un contenuto a una musica – che viene ascoltata su tutte le piattaforme, portando degli introiti agli autori -». Proprio perché non è a vantaggio di Siae, quindi, la cosa non dovrebbe durare molto.