L’intelligenza artificiale potrà mai sostituire cantanti e musicisti?

La Universal Music ha chiesto alle piattaforme di streaming di rimuovere le canzoni generate con l'AI. E non solo

16/04/2023 di Redazione Giornalettismo

Anche il mondo della musica si è accorto di come l’AI possa mettere a rischio la protezione del diritto d’autore. Dopo i casi che abbiamo già analizzato (dai testi alle opere visuali), ecco che anche quel variegato ecosistema fatto di note, melodie e parole ha aperto gli occhi di fronte a un fenomeno che rischia di far passare in secondo piano la tutela del copyright delle opere. Tutto è iniziato con una mail inviata dalla Universal Music Group – la famosa società che controlla quasi un terzo del mercato globale del settore – a Spotify e Apple Music. In quella comunicazione, l’azienda ha chiesto alle piattaforme di streaming non solo di rimuovere quei contenuti generati dall’intelligenza artificiale dalle loro librerie, ma anche di impedire lo scraping da parte dei software per “educare” l’intelligenza artificiale.

Musica con l’AI, cosa sta succedendo nel mondo

Una mossa in linea con le iniziative che si sono susseguite nelle scorse settimane da parte di altri settori. Il web, infatti, continua ad arricchirsi di piattaforme in grado di generare brani e il futuro sembra andare in quella direzione. Non a caso, Google sta proseguendo nello sviluppo di MusicLM che – grazie all’AI (nonostante siano stati resi pubblici solo degli esempi, proprio per evitare di incappare nella violazione del diritto d’autore) – è in grado di realizzare una canzone da zero, partendo con un testo attorno a cui viene creata la base musicale.

Le campagne di sensibilizzazione su questo argomento sono molte, come quella condotta dalla Human Artistry CampAIgn. Il vulnus denunciato è sempre lo stesso, seppur con effetti e temi differenti: non si demonizza il progresso tecnologico, ma servono delle regole chiare. Ed è lo stesso pensiero espresso ai microfoni di Giornalettismo da Enzo Mazza, presidente della Fimi. Poi c’è chi, per fini goliardici, ha deciso di testare l’intelligenza artificiale per generare di brani (inseguendo paradossi poi diventati realtà, come Gerry Scotti che canta una canzone trap): Marco Arata – musicista poli-strumentista, chitarrista di J-Ax e YouTuber – ci ha raccontato questi suoi “esperimenti” e la sua visione di come potrebbe essere il futuro tra musica e intelligenza artificiale.

 

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