Matteo Salvini polemizza su Sanremo 2020: «Cifre dei cachet pazzesche»
30/01/2020 di Thomas Cardinali
Matteo Salvini polemizza su Sanremo 2020, stavolta non per le frasi di Amadeus sulle donne o sulla partecipazione di Junior Cally, ma bensì per i cachet accordati dalla Rai agli ospiti e al direttore artistico. Il Leader della Lega infatti ha pubblicato sul suo profilo twitter, con qualche giorno di ritardo sulla notizia in verità, un commento piuttosto esplicito verso i vertici di Viale Mazzini e le cifre accordate a chi sarà sul palco del Teatro Ariston:
“Senza voler criticare a tutti i costi, mi sembrano cifre pazzesche…”.
Senza voler criticare a tutti i costi, mi sembrano cifre pazzesche… pic.twitter.com/forxKQwoVN
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) January 30, 2020
Dunque Matteo Salvini polemizza su Sanremo 2020 ancora una volta, nonostante le cifre per gli ospiti siano in linea con quanto accordato dalla Rai anche per le precedenti edizioni del Festival. Quelle che stanno facendo più discutere l’opinione pubblica sono relative in particolar modo alla partecipazione di Roberto Benigni e Georgina Rodriguez: per il primo sono stati stanziati 300 mila euro per un monologo, mentre per Lady Cristiano Ronaldo la cifra è di 140 mila euro. Amadeus c’è da dire che essendo a contratto con la Rai si è accontentato di 500 mila euro come conduttore e direttore artistico, una cifra quasi della metà rispetto a quella di Claudio Baglioni.
Ricordiamo che Roberto Benigni è un premio Oscar e rappresenta, per fan e anche detrattori, una delle nostre massime espressioni artistiche riconosciute in tutto il mondo. Fa decisamente più discutere il cachet approvato per Georgina Rodriguez dopo un lungo tira e molla, ma la presenza della compagna di Cristiano Ronaldo favorisce anche quella dell’asso portoghese della Juventus che permetterebbe alla Rai di guadagnarci moltissimo in termini di ritorno pubblicitario. Ricordiamo che il budget previsto per Sanremo 2020 è di 18 milioni per ricavi pubblicitari di 31, quindi forse Matteo Salvini dovrà aspettare per vedere se effettivamente il servizio pubblico stia buttando i soldi degli italiani.