Claudio Santamaria è un grillino ne «Gli anni più Belli» di Muccino | Video

Claudio Santamaria è uno degli attori italiani più amati degli ultimi anni, con il suo talento che è stato consacrato dalla vittoria del David di Donatello per “Lo Chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti. Stavolta si affida a Gabriele Muccino, che nel suo nuovo film “Gli anni più belli” gli ha affidato il ruolo del co-protagonista Riccardo, un ragazzo sopravvissuto ad un colpo di pistola che vive la vita senza paura e pieno di sogni. Purtroppo quella stessa vita nell’arco narrativo non gli sorride molto portandolo a tentare varie strade, tra cui non ultima quella di candidarsi con il Movimento 5 Stelle:

Il mio personaggio cerca la sua identità nel movimento del cambiamento. È un personaggio smarrito e rappresenta una generazione che si è persa.’cerca la sua strada in un movimento di pancia, pensa che basti l’onestà quando in realtà non è sufficiente per essere eletti e avere una competenza politica. Cerca di esprimere la sua opinione anche nella cena finale dice che intere e ha dato possibilità, sente di non aver mai avuto modo di esprimersi e questo è rappresentativo”

Claudio Santamaria è un grillino deluso nel film, visto che alle tante promesse che gli avevano fatto sul palco dei comici non sono seguiti i fatti: ha perso le elezioni nella sua circoscrizione per appena l’1% dei voti ed è stato messo da parte. Un senso di disamore per il Movimento 5 Stelle che si sta diffondendo anche nel nostro paese, dato che alle ultime elezioni regionali di Emilia Romagna e Calabria sono praticamente scomparsi. Un po’ come tutti i momenti di cambiamento citati da Gabriele Muccino nel film, che hanno visto un altro importante passaggio politico con i riferimenti alla discesa politica di Berlusconi e al processo di Mani Pulite.

Claudio Santamaria è un grillino, ma anche tristemente un giornalista precario

Claudio Santamaria è un grillino
Claudio Santamaria è un grillino, ma anche un giornalista precario

A margine della conferenza stampa abbiamo avuto modo di avvicinare Claudio Santamaria, che nel film in realtà ha come lavoro quello di scrittore e giornalista, con risultati davvero pessimi. Siamo negli anni ’90 e Il Messaggero pagava 70 mila lire a pezzo, con il risultato per il povero Riccardo di essere stato cacciato di casa dalla moglie che gli urlava contro “Ma tu che lavoro fai?”. Abbiamo chiesto a Santamaria che ne pensasse sulle difficoltà della nostra professione:

“Diciamo che non fa la fame perché è un giornalista, ma perché è una persona che non si è formata per il suo lavoro e magari non lo fa in modo determinato. Non riesce a darsi una direzione. Penso che non sia così per tutti i giornalisti”.

Tra ironia e realtà dunque a Claudio Santamaria ne Gli Anni più Belli è toccato fare i conti con due realtà molto precarie e a cui in tanti ultimamente fanno riferimento senza comprenderne davvero il senso etico, quelle dei giornalisti e dei politici.

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